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Messina, mancato pagamento Irpef all'Atm per "forza maggiore": scagionato il liquidatore Picciolo

Il Tribunale di Messina

Il gup Ornella Pastore ha dichiarato il "non doversi procedere" a conclusione dell'udienza preliminare celebrata oggi per il dott. Pietro Picciolo, che era rimasto coinvolto in un procedimento penale nella sua qualità di presidente della commissione liquidatrice dell’Atm, l’azienda di traporti messinese. I fatti contestati risalivano al 2018 e riguardavano il mancato versamento delle ritenute d’acconto Irpef dei dipendenti risalenti alla gestione precedente dell'amministrazione De Luca. Il gip Pastore ha ritenuto in sintesi non punibile il dott. Picciolo in applicazione dell’esimente prevista dall’art. 45 c.p., che era la tesi sostenuta in udienza dai suoi difensori, gli avvocati Alberto Gullino e Gaetano Picciolo.

I due legali hanno dimostrato la sussistenza della causa di non punibilita' della "forza maggiore", prevista dall'art. 45 c.p., valorizzando l'attività liquidatoria che ha reso possibile il passaggio della gestione del trasporto pubblico locale e dei lavoratori nella nuova Atm, pur nelle enormi difficoltà debitorie, finanziarie e di liquidità. Grande soddisfazione manifestata anche dal liquidatore Picciolo, il quale ha dichiarato: “Con questa sentenza oggi è stato ribadito che l’agire con professionalità, trasparenza, diligenza e abnegazione alla fine ripaga di ogni sacrificio”.

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