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Messina e il caso bollette Amam: ecco perché «le somme indicate sono corrette»

I motivi della stangata che ha fatto infuriare i cittadini

Volendo estremizzare la sintesi, quella voce aggiuntiva nella bolletta dell’Amam – quella che ha fatto impennare anche del triplo gli importi – è figlia del precario stato di salute che la stessa Amam dichiarava nel 2016, nel proprio bilancio. È da lì, infatti, che provengono tutti i numeri che, secondo i parametri imposti dall’Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), hanno portato ad inserire nelle bollette la famosa “componente allocativa UI2” di acqua, depurazione e fognatura. Il torto che ha l’Amam oggi è quello di aver chiesto tre annualità (2020, 2021 e 2022) in un’unica tornata, non avendolo mai fatto prima. Ma sull’importo, il più alto d’Italia (58 millesimi di euro a metro cubo di consumo, a Firenze sono 10, a Napoli 1, giusto per fare due esempi), c’è poco da fare. È tutta matematica. O almeno questo è ciò che emerge da una ulteriore verifica che l’Amam ha richiesto alla società che si è occupata di questa vicenda per conto dell’azienda acque, la Utilitatis (federazione che riunisce le aziende speciali operanti nei servizi pubblici dell'acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas), «ottenendo conferma dell’esattezza delle somme indicate».
Amam e Comune, con una nota congiunta, ribadiscono che «gli importi indicati sono stati elaborati in attuazione delle formule contenute all’interno degli allegati attuativi della delibera Arera n. 580 del 2019».

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