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"Se mi lasci mi uccido", divieto di avvicinamento per un 36enne a Barcellona

Le inviava anche messaggi facendole credere di avere dei suoi video privati e che sarebbe stato pronto a pubblicarli sui social “per farsi due risate”.

donna violenza

Ancora atti persecutori contro una donna. Il Gip Giuseppe Caristia, su richiesta del sostituto procuratore Veronica De Toni, ha applicato a un uomo di 36 anni, C. B, la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa nei confronti della quale l'uomo, fin dal 12 marzo e con permanenza in atto, ossessionato da insana gelosia avrebbe compiuto una serie di atti persecutori.

La misura cautelare eseguita dai carabinieri di Barcellona, impone oltre al divieto di avvicinamento alla persona offesa, una donna dell'hinterland di Barcellona, da cui l'indagato dovrà osservare una distanza minima di 500 metri ovunque la incontri; il divieto assoluto di comunicazioni di ogni tipo, sia telefonica che telematica attraverso social e relative applicazioni.

L'uomo difeso dall'avvocato Gaetano Pino, nei giorni precedenti aveva avuto sequestrati i suoi telefonini utilizzati per inviare messaggi intimidatori alla vittima. Nonostante il fatto che la stessa si fosse rivolta ai carabinieri per denunciare alle prime avvisaglie le prevaricazioni dell'uomo, aveva schernito la donna e gli stessi carabinieri che gli “avevano portato via solo i telefonini e che lui se ne poteva compare altri”. Gli atti persecutori, sia in presenza che sui social con messaggi postati durante la notte sulla sua pagina facebook sono iniziati quando la giovane donna ha manifestato la volontà di interrompere la loro relazione affettiva. A questo punto con condotte reiterate, l’uomo la minacciava e molestava cagionandole un perdurante e grave stato di ansia e paura. La molestava con frequenti chiamate e le inviava messaggi di testo facendole credere di avere dei suoi video privati e che sarebbe stato pronto a pubblicarli sui social “per farsi due risate”.

L’indagato aveva intimato alla donna di smetterla di parlar male di lui con la gente perché se avesse parlato lui “di lei avrebbe visto cosa sarebbe successo”. Già dal giorno dopo in cui la donna, difesa dall'avv. Anna Dauccia, aveva manifestato la volontà di allontanarsi dall'uomo lo stesso inviava alla vittima un video su whatsapp con cui manifestava la volontà di suicidarsi tenendo in mano una bottiglia di candeggina». Ieri la misura cautelare che in caso di violazione potrebbe essere aggravata con altri provvedimenti.

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