L’elenco dei terreni per i quali è previsto l’esproprio a causa dei cantieri del Ponte sullo Stretto è lunghissimo. Ben 1.040 pagine, a cui si aggiunge una relazione di altre 765 pagine, tra le integrazioni richieste dalla commissione tecnica per la valutazione d’impatto ambientale. È qui che vengono elencati le opere e i manufatti da dismettere o demolire, con tanto di documentazione fotografica, cartografia e l’ammontare della cubatura di materiale demolito.
Sul solo versante siciliano, a Messina, sono 182 gli immobili da demolire (le particelle da espropriare sono di più). Per la maggior parte sono abitazioni, ma non mancano ristoranti, depositi, impianti. La zona maggiormente interessata è quella compresa tra Torre Faro, Ganzirri e Granatari, e cioè laddove sono previsti la torre siciliana del Ponte, gli ancoraggi e il viadotto Pantano, prima “tappa” dei percorsi stradale e ferroviario che collegano il Ponte alla terraferma. Nell’elenco, che risale al 2011 e da allora non è mai stato aggiornato, ci sono, ad esempio, i ristoranti “Trattoria alla Marinara di Anselmo”, “Gitano’s” e “Sapore Divino” in via Circuito. Sempre in via Circuito c’è il Camping dello Stretto e ciò che resta del vecchio Motel Faro. Ma soprattutto ci sono case, fabbricati rurali, complessi residenziali, residence che al tempo erano in fase embrionale e ora sono completi e abitati. E quindi le ville e i villini del Residence Torre Faro e quelli del Residence Margi, sempre tra via Circuito e via Margi. Piccoli manufatti ma anche ville con piscina, in alcuni casi terreni di migliaia di metri quadri. Ci sono anche edifici che, al tempo, erano a servizio dei campi di calcio di Granatari, struttura che, però, negli anni è mutata parecchio.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina
Caricamento commenti
Commenta la notizia