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Barcellona, omicidio Oteri: il pentito Forte conferma in aula le accuse a Puliafito

In corte assise d’appello il processo a carico di Sebastiano Puliafito per l’omicidio Oteri a Milazzo nel 1998

Sebastiano Puliafito

L’udienza era parecchio attesa. Ed è durata tutta la mattinata. Era l’una passata quando il presidente della corte d’assise d’appello Bruno Sagone ha rinviato tutti alla prossima puntata, che si terrà il 19 settembre. Un tempo lungo chiesto dai difensori, gli avvocati Pinuccio Calabrò e Tommaso Autu Ryolo, per leggere le nuove carte, parecchie, che ieri mattina ha consegnato nel piatto del processo l’accusa, ovvero il sostituto procuratore generale Felice Lima.
Lo scenario è radicalmente cambiato rispetto al primo grado per l’ex agente penitenziario Sebastiano Puliafito, assolto come esecutore materiale dell’omicidio di Stefano Oteri avvenuto nel 1998 a Milazzo perché dava “fastidio” alle ditte protette da Cosa nostra barcellonese, e oggi imputato per gli stessi fatti in secondo grado dopo l’appello della procura.
Il fatto nuovo, dirompente, è rappresentato dai verbali inediti che provengono da un “dichiarante” pugliese di 28 anni, Luciano Forte. Il quale a cavallo tra il 2022 e il 2023 ha raccontato ai magistrati della Dda di Messina di aver recepito le confidenze di Puliafito in un periodo di co-detenzione in Puglia. Puliafito gli avrebbe confessato di aver eseguito lui l’omicidio Oteri («abbiamo parlato tre quattro volte dell’omicidio, la maggior parte in cella sua, davanti ad altri due testimoni... c’era anche Pavese Luca»), e lo avrebbe eseguito insieme al suo “figlioccio” («il nome del figlioccio non lo so»), che guidava la moto adoperata per avvicinare la vittima designata.

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