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Mafia, la "nemesi" di Barcellona: un nuovo pentito accusa Puliafito

L’ex agente penitenziario fu assolto in primo grado per la morte di Stefano Oteri a Milazzo nel ’98. In un verbale un detenuto ha raccolto le sue confidenze in cella

Il nuovo pentito capace di far tremare i narcos

Un verbale che secondo la Distrettuale antimafia riapre i giochi. Una serie di nuovi accertamenti dei carabinieri del Ros. Ma soprattutto le dichiarazioni inedite e clamorose di un pentito pugliese su uno degli omicidi che fanno parte del processo “Nemesi”, che proprio questa mattina sarà trattato in corte d’assise d’appello.

Storie di mafia massima e minima a Barcellona Pozzo di Gotto, tra “pulizia etnica” per pesci piccoli e “aggiustamenti” importanti per togliere di mezzo pezzi da novanta divenuti troppo ingombranti. Basti pensare che dagli anni ’80 a oggi di omicidi nel Barcellonese se ne sono registrati 270, con 34 casi di lupara bianca. E le causali sono sempre due: una pulizia interna all’associazione ai danni di chi “reclama spazio” e la punizione di chi crea disturbo all’attività dell’associazione, spacciando o commettendo furti.

In primo grado fu assoluzione granitica per l’ex agente penitenziario Sebastiano Puliafito, poi reinventatosi come imprenditore edile. Ma adesso la pagina giudiziaria potrebbe riaprirsi. In pratica la “Nemesi” è l’ultima propaggine giudiziaria della maxi operazione antimafia “Gotha” sulla geografia di Cosa nostra barcellonese, che è stata gestita dal procuratore aggiunto di Messina Vito Di Giorgio e dai sostituti della Dda peloritana Fabrizio Monaco e Francesco Massara, con i carabinieri del Ros. Al centro di questa vicenda processuale ci sono quattro omicidi commessi tra il 1997 e il 2001 nel Barcellonese, esecuzioni che fino a pochi anni fa erano ancora con alcune zone d’ombra.

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