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I costi del ponte sullo Stretto. E le altre opere al Nord?

Si è acceso dopo che sono state ufficializzate le previsioni contenute nel Def, pari a 14,5 miliardi di euro. La lista dei dieci Ponti più costosi realizzati al mondo. E l’esempio che viene dal Bosforo

Nelle ultime 24 ore, a tenere banco, a livello nazionale, è stata la questione dei costi di realizzazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria. Nel Def è stata indicata una previsione di 14,5 miliardi, e non c’è ancora la copertura finanziaria perché ovviamente si è alla fase del riavvio delle procedure, con il decreto che attende di essere convertito in legge.

Troppi soldi per il Ponte sullo Stretto? Ne vale la pena? Non è meglio spenderli altrove? Domande che si rincorrono certamente non da oggi, ma da tempo immemorabile, ogni volta che si torna a (ri)parlare dell’attraversamento stabile. Certo, con 14,5 miliardi di euro si potrebbero fare mille opere benefiche nei Paesi africani devastati dalla carestia e dalla siccità. Ma nel dibattito nazionale non si dice mai che al Nord, soltanto per tre opere e interventi programmati negli ultimi anni – citiamo le spese per le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, gli oltre 30 chilometri di devastanti svincoli-gallerie della Gronda di Genova e il pur utile Mose di Venezia, tralasciando la Tav Torino-Lione e tante altre infrastrutture miliardarie – il costo complessivo è di 2 più 5 più 7, cioè di 14 miliardi di euro, di cui nessuno chiede conto e ragione.

In un pregevole articolo-studio di Roberto Mazza, su “Fleet Magazine”, vengono elencati i dieci Ponti finora più imponenti e costosi realizzati nel mondo. Si parte dal decimo per arrivare al primo. Il “New Champlain Bridge”, in Canada, dal costo di 3,4 miliardi di dollari, è ancora in fase di costruzione sul fiume S. Lawrence a Montreal. Si tratta di un Ponte sospeso di 3,4 km, solo viario e pedonale, non ferroviario. Nono è il “Kerch Bridge” (300 miliardi di rubli, cioè 3,4 miliardi di euro), il contestatissimo Ponte costruito dopo che la Russia si è impossessata della Crimea nel 2014. Lungo poco meno di 20 km, è il ponte più lungo d’Europa. È stato danneggiato durante la guerra in Ucraina, con l’esplosione dell’8 ottobre 2022, i lavori di riparazione sono finiti a febbraio e il ponte è tornato in funzione. Negli Usa troviamo “Evergreen Point Floating Bridge”, inaugurato nel 2016, il Ponte galleggiante più lungo e largo del mondo. Nasce per collegare Seattle ai suoi sobborghi orientali, e attraversa il lago Washington. È costato 4,5 miliardi di dollari. Nello scalare la classifica ci sono il Ponte “Akashi Kaikyo”, in Giappone, costato una cifra pari a 4,3 miliardi di euro, inaugurato al traffico il 5 aprile 1998, è parte dell’autostrada Honshu-Shikoku, nell’arcipelago giapponese e serve per collegare le isole dello Stretto di Akashi al Mar del Giappone. In Europa, due grandi infrastrutture realizzate nei Paesi più ambientalisti del mondo: lo “Storebaeltsbroen”, in Danimarca, 5,4 miliardi di euro, aperto nel 1997 per i treni e nel 1998 per il trasporto su gomma, il “Ponte del Grande Belt”, parte del complesso che include anche un tunnel ferroviario, ed è il più grande progetto di costruzione della storia danese. Serve a collegare l’isola di Sjælland, dove si trova la capitale Copenhagen, a quella di Fyn, per un totale di 18 km. E lo "Oresundbron", tra Danimarca e Svezia, 5 miliardi e mezzo di euro, inaugurato nel 2001, è il Ponte che, unito a un tunnel, collega Copenhagen a Malmö, e quindi la Danimarca alla Svezia. Si può attraversare sia su trasporto su gomma che in treno, ed è lungo 8 km, a cui vanno sommati altri 4 km di tunnel sotterraneo da Copenhagen all’isola artificiale di Peberholm. Si torna negli Usa con l’altro Ponte di San Francisco (oltre al celeberrimo Golden Gate, simbolo di quanto i Ponti possano essere opere meravigliose), l’Oakland Bay Bridge, il Ponte più lungo dell’area e tra i più costosi al mondo (6,5 miliardi di dollari). E ancora, in Cina, l’Anyang-Kunshan Grand Bridge (7,4 miliardi di dollari), finito nel 2010, che è il Ponte più lungo del mondo: si estende 164,8 km e collega due delle città più popolose della Cina, Shanghai e Nanchino. In Giappone l’Eto Ohashi Bridge è costato 14,2 miliardi di dollari, è un insieme di ponti a due piani che collega le prefetture giapponesi di Okayama e Kagawa e fu costruito tra il 1978 e il 1988. La lunghezza complessiva è di 13,1 km. E veniamo al più costoso in assoluto: l’Hong Kong-Zhuhai-Macao Bridge, per il quale sono stati investiti oltre 18 miliardi e mezzo di dollari, copre 55 km e collega Hong Kong a Macao e Zhuhai.

Dei 14,5 miliardi di euro previsti per il Ponte di Messina, gran parte sono legati alle opere collegate e, dunque, a investimenti nell’area dello Stretto. Investimenti che non sono mai arrivati, da quando il progetto del Ponte fu congelato nel “freezer” dall’allora premier Monti, con la promessa che si sarebbero investite somme importanti nello Stretto. Sono arrivati soldi soltanto per l’acquisto di navi da parte di Rfi e armatori privati.

Un’ultima annotazione. Lo spunto viene da un passaggio dell’audizione del rappresentante del movimento “Invece del Ponte” davanti alle Commissioni riunite della Camera. È la parte conclusiva, in cui si richiama l’attenzione dei deputati «sui luoghi, sulla bellezza, sull’incanto dello Stretto, il Bosforo del mondo come lo definì già nel 1904 il presidente francese Emile Loubet. Tutelare il paesaggio e l’ambiente lo impone la nostra Costituzione, lo Stretto è un patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale unico». Come si può non condividere? Andate, però, in Turchia, a vedere il Bosforo, luogo meraviglioso, con il suo... Ponte.

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