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Messina, l’incidente sul lavoro al Papardo: tre gli indagati

Il decesso del 65enne di Spadafora Nunzio Micale, titolare di un’azienda edile

Sarà affidato questa mattina, a Palazzo di giustizia, l’incarico per l’esecuzione dell’autopsia sul corpo del 65enne Nunzio Micale, il povero imprenditore edile di Spadafora morto in un tragico incidente sul lavoro il 3 aprile scorso mentre si trovava in cantiere, all’ospedale Papardo. Sarà il sostituto Marco Accolla, nel suo ufficio, a nominare il consulente scelto per effettuare l’esame e rispondere ai quesiti sulle cause del decesso e sulle eventuali responsabilità penali di questa grave ed ennesima tragedia.
Il magistrato, che segue le indagini della Mobile, dopo una prima informativa della polizia ha iscritto tre persone nel registro degli indagati, quantomeno in questa prima fase, come atto dovuto, con l’ipotesi di reato di omicidio colposo, per le cosiddette “posizioni di garanzia”. Il concetto di posizione di garanzia, fonda la responsabilità per i cosiddetti “reati omissivi impropri”, e consiste nella titolarità di un dovere di protezione e di controllo finalizzato ad impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di impedire.
In questo caso le persone individuate dal magistrato, ma in futuro potrebbero esserci variazioni rispetto al quadro attuale, sono tre. Si tratta dell’ing. Alessandro Giardina, in qualità di responsabile dei lavori, del geom. Roberto Puleo, come responsabile di cantiere, e infine dell’imprenditrice Grazia Maria Di Biasio, che è la rappresentante legale della ditta “Geom. Sergio Invernizzi Costruzioni Edili srl”, l’impresa di Genova che ha vinto la gara e poi ha affidato in subappalto i lavori in ospedale.

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