Nella complessa partita tra Comune e Ato3, società in liquidazione di cui il sindaco chiede da più di un anno la dichiarazione di fallimento, arriva un “punto” importante messo a segno da Palazzo Zanca. Il Tar, infatti, ha bocciato il ricorso che pendeva da anni su un minore trasferimento di somme, avvenuto quasi 16 anni fa.
L’Ato3 chiedeva l’annullamento della delibera con cui il consiglio comunale, nell’ottobre 2007, riduceva di 3,2 milioni di euro i trasferimenti alla stessa società per i servizi di igiene ambientale. Era il periodo in cui l’Ato3 agiva, sostanzialmente, da “tramite” tra Comune e Messinambiente. Ed è proprio dal 2007 che si trascina questa querelle, basti pensare che l’Ato3, da allora, ha cambiato tre volte avvocato (prima Marcello Scurria, poi Mario Caldarera, poi ancora Scurria, infine Giuseppe Riolo). Il Comune, invece, è sempre stato rappresentato Giovanni Giacoppo, il quale ha posto la questione della “carenza di interesse”. E il giudice gli ha dato ragione.
In sostanza, secondo il Tar, la «sopravvenuta carenza di interesse» è determinata dalla «mancata impugnazione degli atti contabili successivi» a quello di cui l’Ato3 aveva chiesto l’annullamento.
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