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Messina, tre rioni in mano ai boss: chiesta la conferma delle pene I NOMI

In Corte d’appello il processo scaturito dall’operazione Provinciale

Il procedimento penale scaturito dall’operazione “Provinciale”, sulle dinamiche criminali nell’omonimo quartiere cittadino e in quelle del rione Maregrosso e di Fondo Pugliatti, si avvicina al verdetto di secondo grado. Dopo la requisitoria dell’accusa, è toccato al collegio difensivo prendere la parola, venerdì scorso, fino a tarda sera. Si proseguirà il 10 maggio prossimo con gli interventi degli altri avvocati, dopodiché il collegio della Corte d’appello – presieduto dal giudice Alfredo Sicuro – si riunirà in camera di consiglio ed emetterà la sentenza, verosimilmente lo stesso giorno.
Intanto, alcuni imputati, con il consenso della sostituta pg Liliana Todaro, hanno avanzato una richiesta di concordato di pena con rinuncia all’appello per avere una sostanziale riduzione. Si tratta di Antonia Cariolo, Antonio Soffli, Francesco Puleo e Vincenzo Gangemi. Su queste posizioni la Corte si è riservata la decisione all’esito della camerale consiglio. Per tutti gli altri imputati è stata invece sollecitata la conferma della sentenza di primo grado. Che si era conclusa con le seguenti decisioni da parte della gup Claudia Misale nel giudizio con rito abbreviato: 20 anni ciascuno per Giovanni De Luca, Giovanni Lo Duca, Salvatore Sparacio, che secondo la Dda erano i leader dei gruppi mafiosi di Provinciale, Maregrosso e Fondo Pugliatti; anche a Vincenzo Gangemi 20 anni; Emmanuele Balsamo e Ugo Ciampi condannati a 16 anni; Francesco Puleo, Domenico Romano a 15 anni; Giovanni Tortorella a 13 anni; Mario Alibrandi, Antonio Scavuzzo e Giuseppe Surace a 11 anni; Tyron De Francesco, Giuseppe Esposito, e Giuseppe Marra a 12 anni; Anna Lo Duca a 10 anni e 8 mesi; Kevin Schepis 9 anni. E ancora: 8 anni a Emanuele Laganà, Domenico Mazzitello, Mario Orlando, Ernesto Paone, Maria Puleo; a Carlo Cafarella 2 anni e 2 mesi; per Antonia Cariolo 2 anni e 4 mesi; Letterio Cuscinà 2 anni e 2 mesi; Rossella De Luca 8 mesi (pena sospesa); Graziella La Maestra 8 mesi; Antonino Soffli 2 anni e 2 mesi; Francesco Sollima 4 anni. In totale, quindi, inflitti 296 anni di carcere.

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