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Risanamento di Messina, (ri)comincia l’era Scurria

Ieri a Palazzo del Governo il passaggio di consegne tra la prefetta Di Stani e il nuovo Ufficio commissariale di nomina regionale

Cosima Di Stani e Marcello Scurria

Il governatore Schifani non c’era. Ha delegato tutto al suo capo di gabinetto, Salvatore Sammartano, e al suo vicecommissario, Marcello Scurria. Sono stati loro a firmare gli atti e a stringere le mani della prefetta Cosima Di Stani, nel momento del passaggio di consegne dei poteri commissariali per l’attuazione della legge speciale sul risanamento delle baraccopoli messinesi. Presenti anche, nel salone di Palazzo del Governo, la sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano e il sindaco Federico Basile. La prefetta Di Stani, impeccabile e sorridente “padrona di casa”, ha augurato “buon lavoro” al nuovo Ufficio commissariale e tracciato il bilancio di quanto fatto, da lei e dal suo staff, in questi quasi due anni. La prefetta aveva, infatti, ricevuto l’incarico commissariale nel giugno 2021, un mese dopo la promulgazione della “leggina” firmata dall’allora ministra del Sud Mara Carfagna.
Sammartano, ex ragioniere generale e dirigente dell’amministrazione regionale in quiescenza, ha assicurato l’impegno della Giunta Schifani, anche sul piano finanziario, visto che già ci sono circa 235 milioni di euro in ballo per progetti di risanamento e riqualificazione urbana a Messina e c’è, in ogni caso, la disponibilità della Regione siciliana a supporto delle risorse già stanziate dalla legge nazionale, cioè i 100 milioni di euro del 2021.
La prefetta Di Stani chiude con la coscienza a posto, tutto quello che si poteva fare in questi mesi, è stato fatto. Sono stati acquistati 74 alloggi reperiti sul mercato immobiliare privato per chi era in graduatoria (dopo interventi di manutenzione), si sono portati avanti, grazie ai due soggetti attuatori – la società Invitalia e l’agenzia comunale del Risanamento Arismé – i progetti di bonifica, di smaltimento dell’amianto e di riqualificazione nelle aree oggetto degli interventi di sbaraccamento. La prefetta ha predisposto il rendiconto di tutte le attività svolte ma ha sottolineato anche come questa esperienza sia stata davvero arricchente, sul piano personale, perché la rappresentante dello Stato ha potuto toccare con mano cosa c’è dietro, e dentro, ogni storia legata a una “favela”, a una famiglia che vive in baracca, alle persone che attendono da decenni di avere un’abitazione dignitosa.

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