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Messina, il restyling dello stadio Celeste: calcio, palestra, museo, area food

Cosa prevede il progetto messo a gara con i 2,8 milioni di euro “pescati” dal Pnrr

L’occasione è fornita dal Pnrr, dalla voce “Sport e inclusione sociale” finanziata dall’Unione Europea. I fondi sono stati stanziati ad agosto dalla dipartimento per lo Sport della presidenza del Consiglio dei ministri. E non sono nemmeno pochi, circa 2,8 milioni di euro. Insomma, le condizioni per ridare vita alla struttura più amata dagli sportivi messinesi – e dai calciofili soprattutto –, lo stadio Giovanni Celeste, ci sono tutte. Anche perché adesso, per utilizzare quei fondi e per rendere concreto il progetto di restyling, è stato pubblicato un bando dal Comune, entro il 17 marzo dovranno essere presentate le domande. La macchina si è messa in moto e, se dovessero essere rispettati i tempi (lecito il condizionale), nel giro di un anno, o poco più, il “nuovo” Celeste potrebbe vedere la luce. E tornare a ospitare calcio, eventi e non solo.
Il progetto è stato redatto dal gruppo di lavoro coordinato dal Rup, l’ing. Orazio Scandura, con l’ausilio degli architetti Concettina Spagnolo e Alexia Pelle, e dall’ing. Francesco Mento e prevede 8 mesi di tempi d’intervento, «per quanto attiene alle parti fondamentali», più altri 4 mesi «la completa fruizione della stessa struttura».
«Nelle linee guida progettuali – si legge nella relazione – sono stati mantenuti fissi alcuni dati, quali il recupero della struttura come luogo della memoria calcistica cittadina, il mantenimento degli elementi fondamentali del campo e degli elementi esistenti nelle gradinate nord e sud (curve storiche della tifoseria locale) del manto erboso e del drenaggio del terreno di gioco calcato dal “Messina”, il rispetto delle due gradinate la coperta e la Oreto nelle loro dimensioni originarie ed il recupero di tutti quegli elementi che ripercorrono la storia della struttura. In questa fase, al fine di non gravare sulla spesa, si è deciso di stralciare sia la curva Nord che la gradinata Oreto, che non saranno oggetto di intervento».

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