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Pilota messinese morto in gara: la Procura generale contro l’assoluzione

La morte del pilota messinese avvenuta il 21 aprile 2017 alla prova speciale della Targa Florio nel Palermitano

Ha del clamoroso l’atto di appello depositato in questi giorni dal sostituto procuratore generale di Palermo Sergio Barbiera, con cui contesta la duplice assoluzione decisa in primo grado a Termini Imerese in regime di abbreviato, nel novembre scorso, al processo per la morte del povero Mauro Amendolia. È il pilota messinese molto noto in città che perse la vita nell’incidente di gara avvenuto il 21 aprile del 2017 a Piano Battaglia, mentre gareggiava alla 101° Targa Florio con la figlia Gemma come navigatore, che rimase gravemente ferita e si salvò. L’incidente si verificò al chilometro 9.350 in località Piano Torre ad Isnello, nella tarda mattinata del 21 aprile, i due finirono fuori strada con la loro Mini Cooper, durante la terza prova speciale, che si svolgeva in alcuni tratti del vecchio circuito di 72 chilometri delle Madonie.
Ha del clamoroso perché l’accusa, al processo di primo grado, a novembre, aveva chiesto l’assoluzione per i due imputati accusati d’omicidio colposo, ovvero Marco Cascino, direttore di gara, e Antonio Pochini, delegato dell’allestimento del percorso, che sono assistiti dagli avvocati Fabio Tricoli, Raffaella Geraci e Marco Baroncini. Assoluzione che aveva poi deciso il giudice monocratico Camilleri per entrambi, con la formula “perché il fatto non sussiste”.

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