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Messina, carne adulterata in market e mercati: chieste 8 assoluzioni e condanne per due macellai

Il processo scaturito dal blitz dei carabinieri del Nas nel 2016

Non capita tutti i giorni in un’aula di giustizia di sentir parlare di nitrati e nitriti (non quelli dei cavalli), oppure di solfiti e di “preparato carneo”. Eppure è successo ieri mattina per il giro di boa quasi finale, le richieste dell’accusa, al processo che si sta celebrando davanti alla sezione penale presieduta dal giudice Maria Eugenia Grimaldi, e che vede coinvolte ben dieci persone tra titolari di supermercati, addetti al banco di macelleria e macellai dei mercati cittadini, per una serie di reati come alterazione e contraffazione di sostanze alimentari, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine, commercio colposo di sostanze alimentari contraffatte.

Il blitz nel 2016

Il processo nasce da uno dei tanti blitz dei carabinieri dei Nas in città, in questo caso nel 2016, per controllare la filiera della carne dal produttore al consumatore finale, e garantire la bontà dei prodotti esposti. Ed è andata avanti parecchio il pm Anita Siliotti nel corso della sua requisitoria sull’argomento, al termine per i dieci imputati ha richiesto ai giudici otto assoluzioni e due condanne, una valutazione la sua che viene fuori da quanto è successo nel corso del processo.

Persone e aziende coinvolte

Che vede coinvolti: Pietro Cami, rappresentante legale della ditta “Mersì srl”; Giuseppe Galletta, addetto al banco macelleria del punto vendita di Roccalumera; Giuseppe Alessandro, addetto al banco macelleria del punto vendita di via Ibica a Messina; Salvatore Cammaroto, addetto al banco macelleria del punto vendita di Tremestieri; Giusy Musumeci, titolare della ditta “KM Market srl”; Giuseppe Burrascano, addetto al banco macelleria del punto vendita di Roccalumera; Salvatore Zaccone, addetto al banco macelleria del punto vendita di Contesse; Rocco Cambria, legale rappresentante della ditta di lavorazione carni “Cr Alimentari srl” di Pace del Mela-Giammoro; Giovanni Di Pietro, titolare della macelleria all’interno del mercato Sant’Orsola; Salvatore Saccà, titolare della macelleria all’interno del mercato Zaera.

Le richieste

Ebbene, dopo il suo intervento il pm Siliotti ha chiesto l’assoluzione per tutti, ad eccezione dei due macellai Di Pietro e Saccà, per i quali ha sollecitato la condanna a 3 anni e mezzo. In sintesi dall’istruttoria - ha spiegato il pm -, è emerso che gli additivi, nitrati e nitriti, rinvenuti nei preparati (hamburger e salsiccia) in quei quantitativi superiori alla norma, potrebbero derivare dalla presenza di altri ingredienti (formaggio, pomodoro e prezzemolo), o dal cibo di cui si nutrono gli animali. Quindi non è emersa la prova che siano stati aggiunti successivamente.
Discorso diverso per i due macellai, perché secondo il pm nei loro prodotti fu riscontrata la presenza di solfiti, e in quei casi le dosi di additivi erano più elevate, e furono rinvenuti anche in altre tipologie di carne che avrebbe dovuto essere considerata come fresca.
Parecchi i difensori impegnati ieri, gli avvocati Giuseppe Carrabba, Mara Carrabba, Pietro Cami, Luigi Gullo, Isabella Barone, Pietro Fusca, Carolina Stoscio, Roberto Bonavita e Emanuele Puglisi.

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