Cresce la sfiducia degli attivisti che hanno dato vita alla protesta popolare confluita nella manifestazione del 2 dicembre, per chiedere la riattivazione del Presidio ospedaliero di base e la riapertura del Pronto soccorso con i relativi reparti che fanno riferimento all'area dell'emergenza urgenza. Nessuno crede, infatti, nelle promesse politiche annunciate dai diversi deputati al termine delle audizioni tenutesi in Commissione Salute e sanità dell'Ars. Ancora una volta è stata fatta passare come una conquista la decisione di riconvertire il “Cutroni Zodda” in ospedale “non covid” e ciò nonostante la riconversione sia stata dettata dalle disposizioni nazionali e regionali che dettano nuove linee guida per affrontare la pandemia. I reparti di Medicina, Pneumologia e Chirurgia, erano da tempo reparti riconvertiti per pazienti non covid. Inoltre da 4 giorni anche l'Unità di Malattie infettive è diventato “non covid”, riservando solo 4 posti letto dedicati ai pazienti covid a bassa intensità di cure. Da parte degli attivisti del Comitato, che non sono allineati politicamente, si insiste nel rivendicare «il debito di chiarezza, ma anche di cortesia istituzionale, contratto nei confronti della comunità dei cittadini del Distretto socio sanitario D 28, dalla dirigenza dell’Asp di Messina, la quale si è sistematicamente sottratta ad ogni richiesta di confronto finalizzato ad una maggiore intelligibilità di una questione, quella sanitaria appunto, divenuta incontestabilmente grave».
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