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Taormina, niente posti: con una crisi respiratoria rimane quattro giorni al Pronto soccorso

Disavventura per un 70enne di Gaggi. Il “S. Vincenzo” impossibilitato ad affrontare casi del genere

L'ennesimo caso di odissea nella sanità del nostro territorio, ma più in generale dell'intero comparto ospedaliero siciliano, ha visto, suo malgrado, come protagonista in questi giorni un cittadino di Gaggi.
Il paziente, 70 enne, era giunto infatti al Pronto soccorso dell'ospedale “San Vincenzo” di contrada “Sirina”, a Taormina, con problemi respiratori. C'era quindi la necessità, dopo gli accertamenti effettuati dai sanitari del Pronto soccorso di Taormina, di ricoverare l’uomo in un reparto di Pneumologia, del quale tuttavia il presidio di contrada “Sirina” non dispone.

C'era a questo punto la necessità di poter curare il paziente in una unità operativa preposta ad occuparsi della cura delle malattie dell'apparato respiratorio e così è cominciata la ricerca di un posto letto in altre strutture ospedaliere disponibili ad accogliere questo cittadino. Ma la ricerca è andata avanti per quattro lunghi giorni, con diverse telefonate partite dal presidio taorminese verso altri ospedali, senza trovare soluzione risolutive né quindi la disponibilità di un posto nelle strutture anche fuori provincia.

L'uomo ha atteso al Pronto soccorso che arrivasse una svolta e quel momento sembrava essere giunto con l'individuazione, finalmente, di un presidio ospedaliero a Catania, dotato di questo reparto e del posto.
Ed è nel capoluogo etneo che è stato trasportato in ambulanza l'anziano cittadino.
Problema dunque risolto. Anzi no: nelle ore successive l'uomo è stato infatti rimandato a Taormina. La motivazione? A Catania al paziente è stato comunicato che non c'era indicazione al ricovero in Chirurgia toracica perché il trattamento era farmacologico. Si sosteneva, insomma, che sarebbe bastata una terapia e che non fosse necessario il ricovero.
A quel punto i familiari, provati da una tale condizione di forte apprensione, ma anche di sconcerto per l'impossibilità di far curare in modo adeguato il loro caro, al rientro a Taormina hanno deciso di chiedere le dimissioni e riportare a casa il familiare. Accollandosi così tanti rischi a fronte di un sistema sanitario e di un’organizzazione ospedaliera sul territorio che fa davvero acqua da tutte le parti.

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