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Acquedolci, morirono in un incidente sull’A20: due assoluzioni

Nel 2011 a perdere la vita all’altezza dell’abitato di Capo d’Orlando il maresciallo 53enne Sebastiano Zingales e il figlio di 21 anni

Non ci sono colpevoli per il tragico incidente stradale che il 21 gennaio di dodici anni addietro, era il 2011, costò la vita al cinquantatreenne acquedolcese Sebastiano Zingales e al figlio Gaetano, di soli 18 anni, morti a seguito del tremendo impatto contro il muro di contenimento della galleria Scafa, sulla carreggiata in direzione Messina dell’autostrada A20, in territorio di Capo d’Orlando. Il giudice del Tribunale di Patti Giovanna Ceccon, ha infatti assolto i due imputati chiamati a giudizio per quel tragico episodio, l’allora commissario straordinario del Consorzio Autostrade Siciliane Calogero Beringheli e l’ex dirigente dell’Area tecnica del Cas Gaspare Sceusa. I due dirigenti sono stati assolti perché il fatto non sussiste dall’accusa di omicidio colposo. Accusa che era stata ipotizzata a loro carico.
Il cinquantatreenne maresciallo dei Carabinieri, da poco in congedo, in quel pomeriggio di pioggia battente era alla guida della sua Ford “Mondeo” ed insieme col figlio viaggiava verso Patti.
Giunta all’altezza della galleria artificiale di Scafa a Capo d’Orlando, però, la macchina perse aderenza sull’asfalto finendo fuori strada, sbattendo violentemente contro il muro di contenimento a protezione della galleria e finendo quindi capottata. Il corpo del guidatore fu sbalzato fuori dell’autovettura rovinando in un canale di scolo una ventina di metri più avanti, mentre il giovane rimase intrappolato tra le lamiere sul sedile del passeggero. Un incidente che, secondo il capo d’imputazione, avrebbe potuto avere conseguenze meno tragiche qualora fossero state installate adeguate barriere di sicurezza in grado di attutire l’impatto.

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