Cinque richieste d’assoluzione e due di condanna nell’atto finale dell’accusa al processo sulla gestione del depuratore consortile di Nizza di Sicilia di contrada Piana, l’impianto che fu sequestrato per una serie di sversamenti in mare nel maggio del 2019 dai carabinieri su richiesta della Procura di Messina, accordata in un decreto del gip.
Un procedimento che vede coinvolte sette persone - le cariche si riferiscono ovviamente all’epoca dei fatti -, tra sindaci e gestori dell’impianto: Pietro Briguglio, ex sindaco di Nizza di Sicilia; Giuseppe Marino, sindaco di Alì Terme fino al giugno 2018; Giovanni Sebastiano De Luca, sindaco di Fiumedinisi; Umberto Valerini, responsabile unico del procedimento per la gestione del depuratore dal 1° marzo 2017 al 28 febbraio 2018; Agatino Mantarro, titolare della ditta che gestiva l’impianto di depurazione dal 17 febbraio 2017; Rosario Leonardo Porto, dirigente dell’Ufficio tecnico del Comune di Nizza dal 1 febbraio 2018 al 24 gennaio 2019; e infine, Carlo Agatino Giaquinta, sindaco di Alì Terme dal 12 giugno 2018.
Nella prima fase la Procura aveva contestato, a vario titolo, i reati legati per un verso all’omissione nell’esecuzione delle verifiche tecniche sul funzionamento dell’impianto consortile, che serviva oltre Nizza anche o comuni di Fiumedinisi e Alì Terme, dei reflui provenienti dagli abitati dei tre centri ionici, questo in riferimento ai misuratori di portata degli scarichi, e per altro verso all’omissione del corretto trattamento depurativo e di manutenzione della struttura.
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