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Barcellona, la dodicenne violentata: sotto accusa le famiglie dei due arrestati

Per la magistratura inquirente «la gravità del comportamento degli indagati non è stata adeguatamente compresa»

Saranno interrogati stamani dalla gip Rosa Calabrò, del Tribunale per i minorenni di Messina, i due quindicenni di Barcellona, arrestati e collocati in due diverse comunità alloggio per minori in quanto ritenuti responsabili della violenza di gruppo e di averne filmato la drammatica sequenza, ai danni della ragazzina di 12 anni che faceva parte della stessa comitiva di amici che la vigilia dell’Immacolata scorsa si erano radunati nella piazza di una piccola frazione di uno dei paesi dell’hinterland di Barcellona per trascorrere un momento d’aggregazione su un muretto. I giovani, che frequentano due diversi Istituti superiori, sono difesi dagli avvocati Diego Lanza ed Enzo La Torre.
Intanto, si apprendono nuovi particolari che hanno caratterizzato la vicenda. Infatti, la pubblica ministera Annalisa Arena, nella sua richiesta di custodia cautelare nei confronti dei due coetanei indagati per violenza sessuale di gruppo e per produzione di materiale pedopornografico – in quanto hanno filmato i due violenti tentativi di sopraffazione della dodicenne che ha resistito nonostante i due l’avessero immobilizzata –, ha sottolineato che «ogni altra misura diversa dalla custodia cautelare in carcere appare insufficiente in relazione alle esigenze di contenimento».
In particolare, la magistrata inquirente ha ritenuto inadeguata la misura degli arresti domiciliari considerato che, alla luce di quanto riferito dai genitori della persona offesa, «si comprende che la gravità del comportamento dei due indagati non è stata adeguatamente compresa nelle famiglie cui appartengono i due giovani».

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