Che fine ha fatto il progetto che avrebbe dovuto portare alla trasformazione del Policlinico di Messina in Irccs? Progetto che avrebbe dovuto, dunque, creare il secondo Irccs della città (dopo il Neurolesi Bonino Pulejo) e il quarto della Sicilia (gli altri sono l’Ismett di Palermo e l’Oasi di Troina). Il percorso era stato avviato tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 e aveva ottenuto anche il placet della Regione, con la delibera di “apprezzamento” approvata dalla Giunta Musumeci il 25 febbraio di ormai due anni fa, su proposta dell’assessore alla Salute Ruggero Razza. E poi? Poi più nulla. Ad aprile scorso il rettore Salvatore Cuzzocrea, grande fautore di questo progetto, che ha sempre difeso a spada tratta («è una grande opportunità»), anche di fronte alla spaccatura del mondo sindacale, aveva rilanciato l’argomento, confermando che la creazione di un Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) restava un obiettivo prioritario.
E allora perché è ancora tutto fermo? La risposta arriva da un carteggio Messina-Roma, di cui siamo venuti in possesso: di fatto l’iter si è fermato... alla partenza. Cioè a Palermo dove, nonostante il sì del precedente governo regionale, gli uffici del dipartimento della Salute non hanno poi trasmesso al documentazione necessaria al Ministero. Insomma, dalla Regione non è mai arrivata alcuna richiesta al ministero della Salute. Eppure l’allora assessore regionale Ruggero Razza, nel proporre la delibera di “apprezzamento” alla Giunta Musumeci, aveva motivato il suo favore in nome «degli standard qualitativi delle prestazioni erogate, del livello professionale degli operatori, della rispondenza quali-quantitativa della struttura e dei requisiti previsti», ma anche «della coerenza con la programmazione sanitaria regionale».
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