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Concessioni edilizie “facilitate” a Messina, in Cassazione tutto prescritto

Il processo “Via” per le definizione delle pratiche comunali sull’impatto ambientale. La vicenda che nel 2013 inguaiò tra gli altri il consigliere comunale Curcio

Tutto prescritto. Anche le ultime due condanne che restavano in piedi. È passato troppo tempo tra un processo e l’altro. È questo il verdetto della Cassazione per il processo sulle concessioni dei pareri edilizi “facilitati”. Che nell’ormai lontano 2013 inguaiò tra gli altri con le accuse di corruzione e falso l’allora consigliere comunale Francesco “Ciccio” Curcio. Tutto quello che restava è stato spazzato via dalla prescrizione per il troppo tempo trascorso dai fatti contestati, di cui i giudici romani hanno dovuto prendere atto. In appello, nel marzo del 2021, per Curcio, chiamato in causa come ex consigliere comunale ed ex componente della commissione di Palazzo Zanca adibita alla “Via”, la Valutazione di impatto ambientale, era stata ridotta da 4 anni e mezzo a 2 anni di reclusione la condanna, perché i giudici avevano fatto “cadere” un’aggravante legata a due ipotesi di falso; riduzione che aveva determinato poi la condanna - anche in questo caso attenuata rispetto al primo grado -, per l’ex componente della Commissione “Via” Luca D’Amico, a un anno e sei mesi (pena sospesa).

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