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Messina, i giudici dicono "no" alla sorveglianza speciale per Risitano: rigettata la richiesta della Procura

Il provvedimento arriva dopo che nei mesi scorsi si era tenuta l’udienza, per decidere se Risitano per i prossimi due anni avrebbe dovuto essere sottoposto al regime di sorveglianza speciale.

Non ci sono i presupposti per decidere la sorveglianza speciale nei confronti dell'attivista Claudio Risitano. Hanno deciso cosi i giudici del Tribunale di Messina-Sezione misure di prevenzione, rigettando la richiesta della Procura.

Il provvedimento arriva dopo che nei mesi scorsi si era tenuta l’udienza, per decidere se Risitano per i prossimi due anni avrebbe dovuto essere sottoposto al regime di sorveglianza speciale.

La vicenda che aveva determinato questa richiesta da parte della Procura risaliva a qualche tempo addietro durante la campagna elettorale per le Amministrative, quando Risitano fu controllato e fermato nel tentativo di accedere ad un comizio del segretario del Pd Enrico Letta, che quel giorno si trovava a Messina. Ma i giudici nel provvedimento scrivono di non ritenere sussistenti i presupposti di fatto e di diritto.

All'udienza per la Procura erano intervenuti l'aggiunto Vito Di Giorgio e il sostituto della Dda Liliana Todaro, Risitano era stato assistito dall'avvocato Carmelo Picciotto.

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