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"Pochi psichiatri all’Opg di Barcellona", la presidente Arrigo dall’assessore Volo

L’allarme del Tribunale di sorveglianza per aumentare l’organico. L’incontro è fissato per il 31 gennaio a Palermo

L’incontro è fissato per il 31 gennaio a Palermo. La richiesta è partita dalla presidente del Tribunale di sorveglianza di Messina, Francesca Arrigo.
Il tema al centro del faccia a faccia è importante, anche per garantire una maggiore sicurezza: il trattamento dei pazienti psichiatrici all’Opg di Barcellona Pozzo di Gotto.

Il 31 la presidente Arrigo incontrerà l’assessora regionale alla Salute Giovanna Volo, per discutere dell’adeguamento della dotazione di medici psichiatri presso il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, una questione già reiteratamente attenzionata dal giudice e non ancora risolta. Saranno altresì presenti il provveditore Cinzia Calandrino, il dott. Gaspare Motta, direttore del Dsm di Messina, e il dott. Carmelo Crisicelli, che è il responsabile della medicina penitenziaria dell’Asp.

Abbiamo sentito su questa tematica la presidente Arrigo, anche per comprendere quali sono le reali esigenze in una struttura fondamentale per il trattamento dei detenuti con problemi psichiatrici: «Il carcere di Barcellona - spiega -, ha al suo interno l’Atsm, ovvero l’Articolazione per la tutela della salute mentale, questo perché vi sono all’interno ristretti dei detenuti con gravi patologie psichiatriche, che hanno bisogno per poter essere successivamente reinseriti nel tessuto sociale di essere adeguatamente curati e seguiti quanto la patologia che li affligge, perché la patologia è la causa della loro tendenza a delinquere. Bisogna dare atto del grande lavoro che fanno la direzione del carcere, la polizia penitenziaria e l’area trattamentale, però da tempo la sezione e il carcere non sono dotati di un’adeguata presenza di medici psichiatri, e la questione è stata più volte evidenziata dal Tribunale di sorveglianza, ma non ha avuto soluzione. Ad oggi sono state adottate delle soluzioni tampone da parte dell’Asp, che però non appaiono adeguate».

Come mai?
«Per il numero, in breve prima erano presenti tre psichiatri, poi due si sono dimessi, quindi ne è rimasto un soltanto che doveva seguire un gran numero di pazienti. Allo stato ci sono due medici, uno è presente per quattro ore al giorno e l’altro garantisce solo 24 ore al mese, e quindi il tutto non è affatto sufficiente perché il numero dei pazienti e la loro tipologia rende necessaria una intensificazione delle figure professionali e del servizio, non soltanto dal punto di vista dei medici, ma anche per avere altre figure professionali, che dovrebbero essere implementate dall’Asp».

Quindi che argomenti affronterete durante l’incontro?
«Proveremo a risolvere il problema, rappresentando le esigenze concrete del carcere di Barcellona, per supportare il trattamento dei pazienti reclusi con la prospettiva futura del loro reinserimento. Se i pazienti non riescono ad essere “compensati” non riescono nemmeno a comprendere il significato della pena né del trattamento che stanno ricevendo, in previsione del reinserimento sociale. Sono persone deboli e non ha alcuni senso trattenerli così senza un supporto adeguato e costante».

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