La media è di una riunione al giorno. Da quando si è insediato, il ministro Matteo Salvini dedica parte di ogni sua giornata al “dossier Ponte sullo Stretto”. E la determinazione con cui il vicepremier sta affrontando (attirandosi anche strali velenosi all’interno del suo partito, tra veneti e lombardi che vorrebbero si occupasse solo delle questioni del Nord) il tema del collegamento stabile che unisca la Sicilia al resto dell’Europa, è stata espressa anche ieri pomeriggio, nel corso del vertice con la delegazione della città di Messina. Quello di Roma, al Ministero – presenti il sindaco Basile, il vicesindaco Mondello, il direttore generale del Comune Salvo Puccio e il senatore messinese Nino Germanà – è stato il primo di una serie di incontri che si terranno con scadenza quanto meno mensile, se non ancor più ravvicinata. Salvini sarà a Messina all’inizio di marzo per un altro confronto, stavolta “sul campo”, e lo stesso farà con gli amministratori delle città dell’altra sponda dello Stretto, oltre che con i presidenti delle due Regioni interessate dalla grande opera.
Il Ponte, ma non solo
È evidente che in cima all’agenda del vicepremier c’è la “madre di tutte le infrastrutture”, ma al sindaco di Messina il Governo intende fornire ampie assicurazioni sullo svolgimento delle procedure e sul fatto che, assieme al Ponte, dovranno essere realizzate tutte le opere collegate, o “compensative” come erano state definite all’inizio degli anni Duemila, in modo da dimostrare che non si tratta di una “cattedrale nel deserto”. L’impatto sul territorio messinese ovviamente sarà rilevantissimo, così come le conseguenze sulle scelte urbanistiche contenute nel Piano regolatore generale, a partire dalla questione dei vincoli preordinati all’esproprio, tornati in vigore dopo che è stato approvato il decreto che riporta in vita la società “Stretto di Messina”. E Basile è stato chiaro su questi temi: «A me paradossalmente interessa relativamente il Ponte in se stesso, interessa molto di più tutto quello che ruoterà attorno, perché ho il dovere, e il diritto, da sindaco di Messina di realizzare i nostri progetti e la nostra “visione” di città. Da protagonisti, e non subendo passivamente le scelte calate dall’alto».
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