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Messina, beni confiscati «ma gestiti come propri»

Le esigenze cautelari con cui la gip Monica Marino ha disposto un nuovo arresto per il Barcellonese Pietro Nicola Mazzagatti

Piove sul bagnato per il “re del catering” Pietro Nicola Mazzagatti, che già relegato in carcere per scontare la pena dell’ergastolo adesso è destinatario di una nuova misura cautelare di massimo rigore. È stata disposta dalla gip del Tribunale di Messina Monica Marino, in quanto «vi sono elementi concreti e attuali per ritenere sussistente il pericolo di recidiva». Ma non solo nei suoi confronti, visto che «è la condotta tenuta nel corso di un biennio dagli indagati a deporre in tal senso». Infatti, «sin dall’emissione del provvedimento di sequestro, i familiari di Pietro Nicola Mazzagatti», ritenuto organico alla famiglia mafiosa dei Barcellonesi, «hanno mostrato – rileva la giudice – interesse per l’andamento delle aziende attinte dalla misura di prevenzione, insinuandosi nella gestione delle stesse, assumendo cioè ruoli decisionali a dispetto delle attribuzioni formalmente ricoperte».
Quindi, le statuizioni dell’Autorità giudiziaria «non hanno spiegato alcuna efficacia deterrente e non si vede perché lo dovrebbero in futuro», cioè nel caso in cui le imprese confiscate fossero incamerate in maniera definitiva dall’Agenzia del Demanio. Un’azione «sinergica» definisce la gip Marino quella dei familiari, «che sono riusciti nell’obiettivo illecito, cooperando tra loro e relazionandosi puntualmente con il padre».

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