Slitta a marzo la decisione del Tar di Catania su quello che, di fatto, è l’unico contenzioso in corso tra Comune di Messina e Ato3, come emerso nei giorni scorsi quando al centro del dibattito è finito il maxi-credito da 15,6 milioni di euro vantato da Ato3 e “cancellato” dal piano di riequilibrio del Comune. Si tratta di una vicenda da 2,8 milioni di euro, relativi ad una «decurtazione unilaterale da parte del Comune di Messina» contestata dall’Ato. L’ultima udienza si è tenuta l’11 gennaio, ma una richiesta di produzione documentale del Tar ha comportato un rinvio a marzo, quando probabilmente si arriverà ad una decisione.
Ma sono diverse le “mine” che Palazzo Zanca deve periodicamente disinnescare, eredità di un passato in cui i debiti venivano prodotti come funghi a causa di passaggi amministrativi “leggeri”. Uno dei casi più eclatanti si è risolto alla fine dello scorso anno e riguarda uno dei contenziosi urbanistici del Comune, quello con la ditta Agriverde, con una richiesta potenziale di risarcimento da oltre 10 milioni di euro, che si è ridotta a 15 mila euro. Un lieto fine al Cga, che ha fatto tirare un sospiro di sollievo al Comune, rappresentato dall’avvocato Giovanni Giacoppo, anche e soprattutto in ottica piano di riequilibrio.
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