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Covid a Messina, chiude l'Ufficio emergenza: l'Asp si occuperà di vaccini e tamponi

Ventidue mesi in trincea, in un luogo divenuto simbolo della battaglia messinese contro la pandemia

Ventidue mesi in trincea, in un luogo divenuto simbolo della battaglia messinese contro la pandemia. Chiude i battenti l’ufficio emergenza Covid di Messina e con esso l’hub vaccinale della Fiera, divenuto un punto di riferimento in questi quasi due anni. Le attività legate alla gestione dei vaccini e dei tamponi saranno gestite, adesso, direttamente dall’Asp, nei centri vaccinali, tra i quali verrà riaperto anche quello in via La Farina.

In totale, da quando la struttura è stata messa in piedi, sono state somministrate 1 milione 287 mila 972 dosi di vaccino anti-Covid, la stragrande maggioranza con Pfizer, concentrate nelle fasce d’età 60-79 anni e 30-49 anni. Ricordati i risultati ottenuti con le iniziative dei vaccini di prossimità, il FastVax che ha coinvolto 85 comuni, oltre 16 mila vaccinazioni domiciliari, le vie dei vaccini, l’azione Eolie Covid free, SportVax e SchoolVax. Non solo vaccini, altri numeri: 1 milione 457 mila 896 tamponi effettuati, 283 posti letto attivati per i pazienti Covid, 55 mila pratiche avviate, 166.554 green pass generati.

A tracciare un bilancio di tutte le attività, nel corso di un incontro in Fiera, è stato il commissario Alberto Firenze. Insieme a lui il commissario dell’Asp di Messina Bernardo Alagna, la direttrice del dipartimento Prevenzione dell’Asp Edda Paino, il direttore dello staff Dsa del Policlinico di Messina Giacomo Nicocia, il direttore sanitario dell’Irccs Neurolesi- Piemonte Giuseppe Rao, il direttore sanitario dell’ospedale Papardo Giuseppe Ranieri Trimarchi, la prorettrice al welfare dell’Università di Messina Giovanna Spatari. Resta un dato: Messina continua a essere l’ultima provincia siciliana per vaccinati. Perché? “C’è un problema culturale - ammette Firenze -, un gap sia in città che in provincia, in particolare la zona ionica, che abbiamo dovuto colmare e sul quale bisogna continuare a lavorare, a partire dalle scuole”.

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