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Messina: lacrime, candele e palloncini per l’addio a Christian Zoda

Il rito funebre per il 23enne messinese ucciso in Germania la scorsa settimana. Tanti i parenti e gli amici, siciliani e tedeschi. Le parole del parroco. sul valore del pianto. La sera prima una struggente camera ardente

«Bisogna sempre provarci, meglio avere delusioni che rimpianti». Questa frase era un mantra, per Christian Zoda. Una filosofia di vita. Il rimpianto, per chi amava Christian, per i suoi genitori, i fratelli, i cugini, i tanti amici in Germania e in Italia, sarà per sempre quello di averlo visto andar via troppo, troppo presto. Volato in cielo come i palloncini bianchi liberati ieri pomeriggio ad Albstadt, una volta finito il rito funebre dell’ultimo saluto. I funerali del 23enne messinese ucciso davanti alla pizzeria in cui lavorava, “Viva la mamma”, aperta da papà Ignazio nella cittadina tedesca una novantina di chilometri a sud di Stoccarda, si sono tenuti in una forma il più possibile privata, al punto che il Municipio ha disposto ufficialmente il divieto di fotografia e di registrazioni di immagini dentro il cimitero e nelle strade più vicine, con tanto di “cordone” di auto della polizia a protezione di un momento che doveva rimanere ed è rimasto intimo. Il rito è stato celebrato dal nuovo ministro della comunità cattolica di Albstadt, l’ugandese Lawrence Ndiwalana (Don Lorenzo, si fa chiamare dai tanti italiani emigrati della zona). Poche parole, dedicate al valore del pianto, «una delle espressioni più umane e nobili della vita e delle emozioni – ha detto, come rivela il giornale online Schwarzwaelder Bote –. Piange anche Cristo, e non ci sono solo lacrime di disperazione, ma anche di fede e persino di speranza».
In tanti hanno pianto, ieri pomeriggio. Il padre e le sorelle, Noemy e Valeria, anche loro in Germania da quando, nel 2013, un “pezzo” di famiglia ha lasciato nuovamente Messina per ricominciare da capo lassù, nel cuore dell’Europa.

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