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Messina, deposito gas: tramonta definitivamente l’ipotesi di Pistunina

L’idea del deposito di gas liquefatto di Pistunina, avversata da un comitato e persino dal sindaco Federico Basile che aveva inserito il suo “no” all'opera nel programma elettorale, tramonta per sempre. L’Authority chiederà di potere rimodulare i fondi europei già stati stanziati su altre iniziative inserite nell’ambito del capitolo energie alternative ma le possibilità che si possano trovare altre strade, visti i tempi strettissimi, sembrano poche. Il colosso Edison che inizialmente sembrava interessato, tanto da essere l’unico gruppo ad avere risposto al primo bando, nelle scorse settimane, aveva rinunciato ufficialmente alla manifestazione di interesse per la realizzazione dell'opera motivando la sua scelta. Nella sua ipotesi progettuale migliorativa, ipotizzava persino la realizzazione di una piattaforma galleggiante. Ma dopo la richiesta di chiarimenti da parte dell'Autorità di sistema portuale dello Stretto era arrivato prima un lungo silenzio, durato trenta giorni, e poi, dopo un ultimatum della stessa Authority, la rinuncia. Per tenere in pista il deposito occorreva dunque andare ad una nuova manifestazione di interesse.
Nei giorni scorsi, l'Autorità ha valutato attentamente e alla fine si è arresa: tempi troppo stretti quelli dettati dal finanziamento europeo. Discorso definitivamente chiuso. In fumo potrebbero andare 30 milioni di fondi europei. L’Authority si rivolgerà al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti per chiedere di dirottare quei fondi su altre strade, sempre relative alle energie alternative.
Per il deposto di gas sarebbero messi in movimento 90 milioni, 30 dei quali stanziati, sotto forma di fondi europei, dallo Stato, gli altri dai privati. Ma il progetto doveva essere appaltato entro marzo del prossimo anno. A determinare il raffreddamento dell'interesse della Edison, probabilmente, le imminenti scelte del governo sulla realizzazione di un degassificatore a Gioia Tauro. Contro il deposito di gas per mesi si è battuto un comitato di residenti che lo riteneva pericoloso e in conflitto con case, scuole ed edifici vincolati. Una petizione aveva raccolto migliaia di firme ed era stata inviata sia al Ministero che alla Regione sotto forma di atto stragiudiziale.

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