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La storia della Madonnina del porto: ecco di chi è la mano che benedice Messina

Il maestro Tore Calabrò: "Sta manu non mi nesci... pi favuri Anna, veni cà metti ca manu chi benedici." Così copiò nel modello la mano di quella ragazza...

E' il simbolo di Messina. Con la sua Lettera, con quelle dita in segno di benedizione che valgono un benvenuto per chi arriva e un addio per chi va via. E' la statua della Madonna della Lettera, la "Madonnina del porto" per i messinesi. All'ingresso del porto, eretta sul torrione dell'antico forte San Salvatore costruito nel 1546 dall'imperatore Carlo V, svetta la stele. Innalzata per volontà dell'arcivescovo Angelo Paino nel 1934, è stata progettata e realizzata da Franscesco Barbaro e su di essa poggia la statua della Madonna, modellata dallo scultore Tore Edmondo Calabrò.
E tanti sono i particolari e le curiosità: l'ultima arriva dall'artista Ilia Currò che in un post sui social ha raccontato un episodio ai più sconosciuto. "A causa dei bombardamenti della II Guerra Mondiale - scrive la Currò - la Madonnina del porto di Messina, come molte altre cose, andò in parte distrutta. A fine conflitto iniziò la ricostruzione di tutto ciò che era stato distrutto e quindi anche della Madonnina che appunto a causa dei bombardamenti aveva perso la mano che benedice la nostra città. L'incarico per la ricostruzione fu dato allo scultore Tore Calabrò, il quale prese come modello la mano di una ragazza che allora frequentava il suo studio come apprendista, Anna Parisi. Testuali parole del maestro Tore: "Sta manu non mi nesci... pi favuri Anna, veni cà metti ca manu chi benedici." Così copiò nel modello la mano di quella ragazza... "Quella ragazza, che poi nella vita si occupò di tutt'altro, è mia madre.. e la mano della Madonnina del porto è la sua".
La statua, realizzata in bronzo dorato, raffigura la Madonna nell'atto di benedire con la mano destra e nella mano sinistra regge la lettera consegnata all'Ambasceria Messinese. Nonostante l'insieme monumentale venga affettuosamente chiamato “Madonnina” dai residenti, le sue dimensioni sono spettacolari: il bastione che funge da basamento è alto dal mare 13,50 m, la stele in marmo 30 m, il globo-piedistallo della Madonna è di 2,55 m e la statua è alta più di 7 m, per un totale di 53 metri e mezzo. Sulla parete circolare del bastione è riprodotto, a caratteri cubitali e in lingua latina, il testo del saluto rivolto dalla Vergine agli Ambasciatori e alla città tutta: “VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS”. Una riproduzione in scala è conservata nella biblioteca Painiana del Seminario arcivescovile “San Pio X” di Giostra ed è la stessa che, poco dopo l'inaugurazione, venne donata a Papa Pio XI, per poi essere riconsegnata alla città dal suo successore, Papa Pio XII. Come detto in seguito ai bombardamenti della seconda guerra mondiale, che danneggiarono la stele, il monumento venne restaurato e nuovamente inaugurato il 14 agosto 1947; il 16 settembre 1954, nella ricorrenza del 383º anniversario della partenza dal porto di Messina (della flotta cristiana comandata da don Giovanni d'Austria, approntata per annientare la flotta ottomana di Uluç Alì Pascià nella battaglia di Lepanto), la statua fu incoronata dall'arcivescovo di Palermo Cardinale Ernesto Ruffini.

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