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Messina, un «fronte comune» contro la crisi: il patto commercianti-istituzioni

La Fipe chiama tutti al capezzale di un settore che rappresenta il 30% del Pil messinese. Palazzo Zanca risponde presente: «Va resa più attrattiva la città». La sen. Musolino: «Nessun piccolo imprenditore può uscirne da solo»

Non basta arginare una crisi dagli effetti devastanti. Porre le basi per una “risalita”, creare una progettualità alternativa, diventa quasi un obbligo per salvare un settore che, da solo, rappresenta il 30 per cento del Pil della città. Un terzo dell’economia messinese è generato da commercianti e piccole imprese. Trovare una via per uscire da un guado sempre più paludoso è, dunque, una priorità non più di una categoria, ma di una città intera. Ecco perché “fronte comune” è la soluzione più citata nel corso della tavola rotonda convocata ieri pomeriggio da Confcommecio, nella Sala consulta della Camera di Commercio, dal titolo eloquente: “Resilienza”. Due le sessioni, la prima dedicata ai fattori della crisi, la seconda alle proposte per il rilancio del nostro territorio, con un comune denominatore: il confronto con le istituzioni, l’Amministrazione comunale in primis. A rappresentare l’organizzazione, oltre al presidente Carmelo Picciotto, il direttore di Confcommercio, Gianluca Speranza, il vicepresidente, Maurizio La Malfa, ed il prof. Antonio Musicò, consulente della Fipe in materie tributarie e di occupazione suolo.
Le istituzioni hanno risposto presente. Dal sindaco Federico Basile è arrivato un saluto di “sostegno”, a rappresentare l’Amministrazione durante i lavori è stato il neo assessore Massimo Finocchiaro: «Gli aiuti alle imprese – ha sottolineato – sono intesi come percorsi da fare insieme e condividere, confrontandosi. All’Amministrazione si chiede di stare il più possibile accanto alle necessità dei commercianti.

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