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«Dateci gli atti, finanzieremo il Ponte». Il ministro Salvini chiederà a Bruxelles il cofinanziamento

Matteo Salvini

«Quello Scandinavo-Mediterraneo è il Corridoio europeo fondamentale, che unisce Nord e Sud del Continente. Per questo, il 5 dicembre sarò a Bruxelles a chiedere il co-finanziamento del Ponte sullo Stretto». Lo ha ribadito ieri il vicepremier Matteo Salvini a margine del Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Coldiretti. Con l’Unione europea c’è già un accordo di massima. Nei mesi scorsi, infatti, alcuni tra i principali esponenti del Governo Ue avevano dichiarato con estrema chiarezza che l’inserimento o meno del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria nel Piano delle infrastrutture europee dipende esclusivamente dal fatto se il Governo italiano lo considera una priorità. E da Roma adesso, con il nuovo Governo Meloni, sembra arrivare il segnale richiesto da Bruxelles, come confermato il provvedimento incluso nella Finanziaria nazionale con cui si riporta in vita, dopo nove anni di “agonia” (sotto forma di permanente stato di liquidazione) la società Stretto di Messina che ha come sua finalità la realizzazione del Ponte.

Lo scorso 27 ottobre, su input della europarlamentare siciliana della Lega, Annalisa Tardino, il coordinatore europeo del Corridoio scandinavo-mediterraneo, Pat Cox (l’irlandese che è stato anche presidente del Parlamento europeo), affermò che l’Unione è disponibile a cofinanziare l’opera, qualora arrivasse la richiesta del Governo italiano. Cox ha seguito le vicende del Corridoio Scandinavo-Mediterraneo da quando era denominato il “Berlino-Palermo”, mentre oggi i suoi confini si sono ampliati e vanno da Stoccolma a Malta, costituendo l’asse fondamentale per l’economia europea che prevede il passaggio e la circolazione delle merci tra il Nord e il Sud del vecchio Continente. Il Corridoio attraversa la Danimarca, la Germania, l’Austria, poi l’Italia, fino alla Sicilia, toccando l’isola di Malta. La Ue ha tra i suoi obiettivi prioritari, entro il 2030, la rimozione dei cosiddetti “colli di bottiglia”, cioè quei tratti del percorso (ferrovie, strade, porti, aeroporti, terminali merci e nodi urbani) che sono ostruiti e che rimangono incompleti. Lo Stretto di Messina è uno di questi.

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