«Viene riattivata la Stretto di Messina Spa, in liquidazione da nove anni, nata nel 1981 per la realizzazione del Ponte fra Sicilia e Calabria». È l’ultimo capitoletto del lungo elenco dei provvedimenti varati dal Consiglio dei ministri nella serata di ieri. Ed è quello che cambia di nuovo il corso della “storia infinita” dell’opera “fantasma” più citata, più amata e più odiata, al mondo.
L’impegno del ministro Matteo Salvini è stato, dunque, mantenuto e si conferma unitaria la linea del Governo Meloni nel voler portare avanti l’iter di costruzione del collegamento stabile nello Stretto. Ma cosa succederà adesso?
Decreto annulla decreto. Si torna esattamente al giorno precedente il 15 aprile 2013 quando, appunto con un decreto, l’allora presidente del Consiglio dei ministri Mario Monti (che avrebbe lasciato l’incarico di lì a poco, il 28 aprile di quell’anno prese il suo posto Enrico Letta), pose in liquidazione la società Stretto di Messina Spa, «ai sensi dell'art. 34 del Dl del 18 ottobre 2012 n. 179 (convertito con modificazioni dalla legge del 17 dicembre 2012 n. 221). Quella società era stata costituita nel 1981 in attuazione della legge 1158 del 1971 «per progettare, realizzare e gestire il collegamento stabile tra la Sicilia e il Continente».
Monti nominò commissario liquidatore il prof. Vincenzo Fortunato, entrato in carica il 14 maggio 2013 e il cui mandato non è mai cessato, almeno fino a ieri sera.
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