Troppi disoccupati, senza più vere differenze tra uomini e donne, anche tra i giovani; redditi bassi e un livello di istruzione medio non esaltante; una speranza di vita che si abbassa a fronte di prezzi al consumo che aumentano più che altrove. Quantomeno, però, il sistema sanitario regge, quantomeno per numero di posti letto (con qualche eccezione). È questo il quadro complessivo per il quale la provincia di Messina continua ad occupare i bassifondi della classifica sulla qualità della vita di Italia Oggi, basata su dati variegati (alcuni non proprio recentissimi). Un 96esimo posto rispetto al quale le magre consolazioni arrivano dalla scalata di appena due posizioni rispetto ad un anno fa e da chi è messo anche peggio in Sicilia, cioè quasi tutte le altre province tranne Ragusa e Trapani.
E se lo sguardo si concentra sul capoluogo, come fa la classifica di Ecosistema Urbano, elaborata in tandem da Legambiente e Sole 24 Ore, non si fanno grandi passi avanti: 98esima posizione, nonostante alcuni dati positivi da tenere in considerazione.
Tornando a Italia Oggi, tra le singole categorie quelle in cui la provincia di Messina è messa peggio sono Affari e lavoro e Sicurezza sociale. Non a caso le due categorie in cui si tiene conto dell’occupazione. Drammatiche le posizioni per occupazione e disoccupazione, sia maschile che femminile: tra il 101esimo e il 106esimo posto (su 107). Siamo la quartultima provincia d’Italia per disoccupazione giovanile (tra i 15 e il 24 anni), la quintultima per numero di giovani che non lavorano né studiano, i cosiddetti Neet. E qui si apre un altro capitolo, quello descritto dal 94esimo posto in Istruzione e formazione: fa specie il quintultimo posto per persone con almeno un titolo di laurea (fascia d’età 25-39 anni), ma non esalta nemmeno il 95esimo per numero di persone tra i 25 e i 64 anni che hanno conseguito almeno il diploma.
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