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Il “ponte” di cocaina nello Stretto tra Messina e S. Luca in Calabria

Era il locrese Paolo Nirta a rifornire le piazze di spaccio della città e anche di Tortorici attraverso i corrieri vibonesi

Si profila il giudizio immediato per i 14 indagati dell’operazione antidroga della Dda e dei carabinieri che nel luglio scorso stroncò un fiorente traffico di cocaina tra la provincia di Messina e la Calabria. Il gip Maria Militello ha infatti fissato l’udienza di trattazione per il prossimo 1° febbraio, dopo la richiesta formulata dai sostituti della Dda Liliana Todaro e Antonella Fradà, che vogliono andare a processo subito per affrettare i tempi.

Sono in 14 i coinvolti: i messinesi Giuseppe Mazzeo, 60 anni; Carmelo Barile, 35 anni; Maria Minutoli, 57 anni; Rosario Abate, 35 anni; Graziano Castorino, 47 anni; Giuseppe Castorino, 30 anni; Maurizio Savoca, 53 anni; Carmelo Conti Gennaro detto “Smith”, 35 anni; Cettina Mazzeo, 25 anni; e poi i calabresi Paolo Nirta, 45 anni, di San Luca; Gregorio Tassone, 29 anni, di Serra San Bruno; Francesco Leandro, 22 anni, di Serra San Bruno; Gregorio Lucio Vaianella, 23 anni, di Stefanaconi; Francesco Nesci, 20 anni, di Soriano.

Saranno assistiti dagli avvocati Salvatore Silvestro, Antonello Scordo, Valentino Gullino, Fabio Segreti, Cinzia Panebianco, Alberto Ferraù, Domenico Rosso, Giuseppe Orecchio, Antonio Sotira, Davide Vigna e Michelangelo Miceli. Dalle indagini dei carabinieri emerse come dallo Stretto fossero passati decine di chili di droga, soprattutto cocaina, e che il sodalizio avesse avviato il traffico di stupefacenti già dal 2020, superando anche i limiti imposti della pandemia.

 

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