Tre mesi fa gli arresti, adesso sono arrivate quattro condanne per un ammontare di 16 anni.
Si chiude così la vicenda giudiziaria che ha coinvolto gli imprenditori Saglimbeni di S. Teresa di Riva, finiti agli arresti domiciliari il 21 luglio scorso con l’accusa di aver imposto il “pizzo” sugli stipendi ai dipendenti della loro società “Top Market Srl”, che gestisce un supermercato affiliato in franchising al “Gruppo Decò” (azienda estranea alla vicenda) all’interno del centro commerciale “Sceva shop” in via Torrente Portosalvo, obbligandoli alla restituzione in contanti di parte delle loro spettanze e facendo ricorso a minacce di licenziamento e soprusi.
Il 7 settembre il giudice per la indagini preliminari Monia De Francesco aveva disposto il giudizio immediato, su richiesta del pubblico ministero Stefania La Rosa, in quanto le prove raccolte erano evidenti e si riteneva superflua l’udienza preliminare, fissando l’udienza per il 7 dicembre.
I legali difensori dei quattro imprenditori - gli avvocati Antonio Scarcella, Massimo Principato e Salvatore Silvestro - hanno però scelto la strada del patteggiamento concordando le pene con il pm La Rosa. E ieri sono arrivate le condanne.
A Domenico Saglimbene, ritenuto dalla Procura capo e promotore della consorteria criminale, sono stati inflitti 4 anni e 4 mesi e 1.400 euro di multa; al fratello Carmelo Saglimbeni 3 anni e 8 mesi e 1.200 euro di multa, a Carmen Saglimbeni 4 anni e 2 mesi e 1.400 euro e alla sorella Provvidenza Saglimbeni la pena di 4 anni e 1.200 euro di multa.
Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina
Caricamento commenti
Commenta la notizia