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Messina, aumentano abusi sessuali e stalking: il dossier della Procura

I numeri più recenti ci dicono che su un totale di ben 349 misure cautelari (custodiali e non) nei confronti di 534 soggetti richieste nel periodo in esame, ben 209, cioé il 60%, sono state emesse per reati in materia di violenza domestica e di genere

«L’attenuarsi della situazione di emergenza e la maggior libertà di movimento hanno causato un nuovo incremento dei delitti di stalking e di violenza sessuale, entrambi aumentati di oltre il 30%, mentre i maltrattamenti in famiglia hanno purtroppo manifestato una sostanziale stabilità».

Sono un vero e proprio grido d’allarme i dati accumulati ed elaborati in questi mesi dai magistrati del pool “fasce deboli”, che lavora a centinaia di casi da anni. Dati drammatici che idealmente chiudono il cerchio della nostra inchiesta di questi ultimi mesi, nel corso della quale abbiamo fatto conoscere l’attività di ben dieci centri antiviolenza di aiuto alle donne, disseminati tra la città e la provincia, e la campagna nazionale di “Posto Occupato”, che ha sensibilizzato molti sulle “assenze” delle donne uccise e vittime di abusi, e anche sulla necessità di un vero cambio di passo culturale.

Adesso ci sono i dati che ci aiutano a capire come si tratti di una vera e propria emergenza nazionale, e che probabilmente rappresenta - purtroppo - la maggior “fonte di lavoro” in ogni procura d’Italia. Il pool creato in Procura, coordinato dall’aggiunto Vito Di Giorgio, da tempo ha impartito specifiche direttive e protocolli di indagine, ed ha continuato a tenere altissima l’attenzione.

I numeri più recenti ci dicono che su un totale di ben 349 misure cautelari (custodiali e non) nei confronti di 534 soggetti richieste nel periodo in esame, ben 209, cioé il 60%, sono state emesse per reati in materia di violenza domestica e di genere; sono stati emessi ben 67 provvedimenti di divieto di avvicinamento ed allontanamento dalla casa familiare, tutti per reati di violenza domestica e stalking.

A ciò si aggiunga che la durata media delle indagini in tali materie ha continuato a ridursi, tanto che i procedimenti definiti entro sei mesi sono saliti nel 2021 al 67% sul totale rispetto al 64% dell’anno trascorso; ciò in ragione del fatto che si continuano fortunatamente ad utilizzare canali preferenziali e prioritari per la iscrizione e trattazione delle notizie di reato.

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