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Mafia a Barcellona: tre patteggiamenti

L’inchiesta sulla “nuova” Cosa nostra

Definito uno stralcio della maxi udienza preliminare dopo l’operazione della Dda e dei carabinieri di febbraio sulla riorganizzazione di Cosa nostra a Barcellona, che nei mesi scorsi ha visto ben 67 imputati davanti al gup Simona Finocchiaro. Al centro i nomi e le carte dell’inchiesta sulla famiglia mafiosa barcellonese e la sua ultima riorganizzazione in ordine di tempo, che nel febbraio scorso ha portato ad 86 misure cautelari dopo anni d’indagine della Distrettuale antimafia di Messina e dei carabinieri.
Ieri davanti al gup di Messina Eugenio Fiorentino si sono definiti i patteggiamenti dei tre imputati che avevano chiesto all’epoca di patteggiare la pena quando si era aperta l’udienza preliminare.
Si tratta di Maria Pittari, che rispondeva di favoreggiamento aggravato dall’aver favorito l’associazione mafiosa (l’occultamento per conto di Carmelo Vito Foti di una somma di denaro), Vincenzo Mazzeo, accusato di detenzione di armi aggravato dall’aver favorito il gruppo mafioso dei Barcellonesi, e infine Fabrizio Garofalo, ritenuto appartenente all’associazione mafiosa. I tre sono stati assistiti dagli avvocati Diego Lanza e Filippo Barbera.
Il gup Fiorentino, che ha ritenuto congrue le tre condanne concordate accusa-difesa, ha ratificato le pene di un anno e 10 mesi di reclusione per La Pittari, di 2 anni e 4mila euro di multa per Mazzeo, e infine di un anno e 4 mesi per Garofalo (per quest’ultimo la pena è da ritenersi “in continuazione” con la sentenza definitiva di condanna per il procedimento antimafia Gotha 7).

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