Si aprirà venerdì prossimo davanti al gup Simona Finocchiaro, e visti i grandi numeri si terrà nell’aula della corte d’assise, al Palazzo di giustizia di Messina, la maxi udienza preliminare per l’inchiesta sulla famiglia mafiosa barcellonese e la sua ultima riorganizzazione in ordine di tempo, che nel febbraio scorso ha portato ad 86 misure cautelari dopo anni d’indagine della Distrettuale antimafia di Messina e dei carabinieri. Un’inchiesta gestita dal procuratore di Messina Maurizio de Lucia insieme all’aggiunto Vito Di Giorgio e ai sostituti della Dda Fabrizio Monaco, Antonella Fradà e Francesco Massara.
La maxi inchiesta di Dda e carabinieri è una vera e propria riscrittura della geografia mafiosa fino a pochi mesi addietro - il capo d’imputazione si spinge fino al gennaio del 2021 -, scandita in migliaia di pagine giudiziarie: la generazione di insospettabili che dopo una vita passata nell’ombra di esistenze apparentemente tranquille sono emersi per prendere i posti lasciati liberi; la reale ossessione giornaliera percepita ad ogni intercettazione dagli investigatori di recuperare soldi da tutti i fronti possibili tra estorsioni, droga, il bonus del 110%, e perfino mettendo il pizzo sulle case d’appuntamento.
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