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Messina, la banda dei furti con “riscatto”. Chiusa l’inchiesta: 17 indagati

L’indagine della Guardia di Finanza sul gruppo che operava al rione Giostra. Rubavano di notte auto e motorini e se il proprietario non pagava rivendevano i pezzi alle officine o sui siti web

È chiusa l’inchiesta della Procura e della Guardia di Finanza sui furti d’auto e motorino con “riscatto”, i cosiddetti “cavalli di ritorno” che nel luglio scorso aveva portato a dodici misure cautelari, in esecuzione dell’ordinanza di custodia emessa dal gip Maria Militello. Adesso il sostituto procuratore Giuseppe Adornato ha inviato il relativo avviso a 17 indagati, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata al furto - i quattro indagati ritenuti maggiormente responsabili -, e poi di ricettazione, riciclaggio o estorsione.
Ai vertici dell’organizzazione si trovava, secondo gli inquirenti, il 32enne Alessio Nostro, che del gruppo sarebbe stato il “promotore” ed avrebbe partecipato «alla stragrande maggioranza di reati fine». A luglio oltre a Nostro erano finiti in carcere anche il 33enne Gaetano Batessa e il 34enne Pietro Micali, oltre al 40enne Gabriele Alfonso Fratacci. Agli arresti domiciliari erano invece andati il 30enne Francesco Bucalo e il 40enne Nunzio Buscemi. Per gli altri sei indagati il gip aveva ritenuto sufficiente l’obbligo di presentazione.

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