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Messina, bonifica zona Falcata: verranno demoliti gli “Eurobunker”

L’Autorità di sistema portuale ha deciso di agire in danno alla curatela fallimentare della vecchia azienda operante nella Falce. Il presidente Mario Mega lo aveva preannunziato nei giorni scorsi presentando il Piano propedeutico

«Agiremo in danno alla curatela fallimentare dell’impresa». Lo aveva annunciato, il presidente Mario Mega, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Piano di caratterizzazione ambientale riguardante la Zona falcata. E ora l’Autorità di sistema portuale dello Stretto ha deciso di non indugiare più e di avviare le procedure per la complessa operazione di demolizione degli “Eurobunker”, quelle cisterne giganti che da decenni fanno bella mostra di sè, nel posto più suggestivo di Messina, e forse dell’intera Sicilia, accanto a un capolavoro di architettura cinquecentesca, quale la Lanterna del Montorsoli.

Era, ed è ancora, il tassello mancante, il terzo pezzo di quella “Trimurti” di ecomostri che non solo ha devastato l’immagine della Falce ma ha prodotto conseguenze nocive all’ambiente, in tale misura che adesso non basteranno probabilmente neppure 80 milioni di euro, solo per bonificare quei terreni, suoli, sottosuoli e fondali marini.

I tre ecomostri erano il vecchio inceneritore di San Raineri, realizzato negli anni Settanta dal Comune; la stazione di Degassifica ex Smeb, costruita dalla Regione siciliana nel 1975; e le cisterne della società Eurobunker, specializzata in produzione e commercio carburanti. I primi due, dopo battaglie inenarrabili e una campagna di stampa condotta da decenni dal nostro giornale, sono stati demoliti. Restano in piedi gli “Eurobunker”. Ma, fortunatamente, ancora per poco.

La vicenda è stata oggetto di un lunghissimo contenzioso tra la società e l’Autorità portuale. La svolta è avvenuta nella primavera del 2020, allorché il Consiglio di giustizia amministrativa, con la sentenza numero 184 pubblicata il 18 marzo di due anni fa, ha respinto il ricorso con il quale il curatore fallimentare di Eurobunker Srl chiedeva la riforma dell’ordinanza del Tar di Catania del 2016 che aveva confermato la validità degli atti a suo tempo emessi dall’Autorità portuale e cioè il diniego di concessione e l’ordine di sgombero delle aree.
E in quell’occasione, Mega fu molto chiaro: «Questa pronuncia consentirà di raggiungere un importante traguardo nelle attività per il recupero e la valorizzazione della Zona falcata, cioè l’eliminazione dell’ecomostro di Eurobunker. La presenza di questo impianto ha, infatti, molto condizionato, negli ultimi decenni, le speranze della cittadinanza e le attività delle Istituzioni impegnate nel recupero del waterfront e, con esso, del corretto rapporto mare-città all’insegna di uno sviluppo ecosostenibile e della piena fruibilità delle risorse eco-ambientali e paesaggistiche di quella parte di città».

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