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Messina, c’è la relazione conclusiva sulla zona falcata

Martedì prossimo l’Università e l’Autorità di sistema portuale presenteranno i dati ufficiali sull’inquinamento

È stata suddivisa in quattro aree, ciascuna con il suo colore, il celeste, il nero, il rosso e il verde. C’è la “zona inceneritore”, la “zona campo”, la “zona cantieri” e la “zona degassifica”. Sono le porzioni della penisoletta di San Raineri che nascondono, nelle loro viscere, quel concentrato di veleni e sostanze tossiche che hanno trasformato la Falce in un “Sito potenzialmente contaminato”. La Falce che è il simbolo di Messina. La Falce che è lo specchio dei Miti e delle origini di Zancle-Messana. La Falce che ha visto la Storia svolgersi attorno a questo luogo benedetto dagli dei, la Storia che è passata con le sue glorie e le sue miserie, la Storia che si è accanita, come sempre accade, quando la stupidità degli uomini prevale sulla loro intelligenza.
«No em puc creure que aquest lloc es redueixi a això...», disse in catalano il grande architetto e urbanista Oriol Bohigas, l’uomo che reinventò Barcelona e che è morto nel novembre del 2021. «Non posso credere che questo luogo sia stato ridotto così» e allargò le braccia, durante la sua visita a Messina, qualche anno fa. Guardava la Falce, le rovine della Real Cittadella, l’azzurro dello Stretto. E non riusciva a capacitarsi...
Ma il passato è passato. E ora si deve necessariamente progettare il futuro. Il primo step da compiere, come è stato scritto nei giorni scorsi, è il passaggio dalla fase delle caratterizzazioni – durante la quale, grazie all’impegno dell’Ateneo peloritano e dell’equipe guidata dalla pofessoressa Candida Milone, sono state individuate le sostanze inquinanti – a quella delle vere e proprie bonifiche.
Martedì prossimo, alle 10, nella sede dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, il presidente Mario Mega e il rettore dell’Università Salvatore Cuzzocrea, presenteranno la relazione finale redatta da UniMe a conclusione della “Fase 2”, che era stata prevista nel cosiddetto “addendum” alla convenzione stipulata dall’Authority e dall’Ateneo per «gli interventi di caratterizzazione delle aree di sedime della Zona falcata».

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