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Messina, morì sul traghetto "Elio". I familiari: "Giustizia lenta"

Quattordici mesi fa l’incidente nel quale morì Gaetano Puleo. Non si è arrivati ancora alla chiusura delle indagini

Chiedono giustizia, chiedono verità. E le chiedono in tempi che non portino all’oblio. Ieri hanno voluto rendere pubblico il loro disagio. Con misura, sobrietà e determinazione. Sono i familiari e gli amici di Gaetano Puleo, il 61enne nostromo che ha perso la vita il 24 febbraio del 2021 mentre era in servizio a bordo della nave Elio.

Davanti a Palazzo Piacentini, con dei cartelloni e le foto dell’esperto uomo di mare, hanno voluto ricordare quanto tempo sia trascorso da quell’incidente senza che l’attività giudiziaria abbia avuto sbocco. A un anno e due mesi da quel tragico incidente avvenuto al molo Norimberga, non c’è ancora la chiusura delle indagini. Ed è questo stallo, questo silenzio che preoccupa la moglie, la madre, i tre figli. In questa dolorosa vicenda hanno accanto i legali Claudio Calabrò e Francesco Rizzo con cui stanno condividendo questo calvario, nato quella mattina di febbraio dell’anno scorso. Secondo il racconto dei familiari e degli avvocati ci sarebbero tutti gli elementi per arrivare o al rinvio a giudizio o all’archiviazione. L’inchiesta sommaria è stata condotta dalla Capitaneria di Porto di Messina che il 17 giugno scorso ha inviato gli atti alla Direzione Marittima di Catania e alla Procura della Repubblica.

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