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Duplice omicidio di Camaro, sotto la lente telefonino e documenti falsi di Costantino

Trovati da polizia e carabinieri nel covo di Rosarno in cui si nascondeva

Un cellulare e due documenti falsificati. Sono solo alcuni degli elementi al vaglio degli investigatori nell’ambito della cattura di Claudio Costantino, il trentasettenne messinese accusato del duplice omicidio di Camaro San Luigi e protagonista di una latitanza durata oltre tre mesi. Il dispositivo di telefonia mobile, con scheda presumibilmente intestata ad altro cliente, e le carte d’identità con nomi e foto non riconducibili affatto alla sua persona testimoniano il sostegno di una rete di protezione fin dal momento in cui si è allontanato dal suo quartiere – il 2 gennaio scorso – dopo aver lasciato esanime sull’asfalto il trentunenne Giovanni Portogallo, mentre l’amico Giuseppe Cannavò, 35 anni, è spirato qualche giorno più tardi al Policlinico universitario Gaetano Martino a causa delle gravi ferite dei proiettili partiti dalla pistola dello stesso Costantino. Uno degli interrogativi chiave è il seguente: il trentasettenne quando si è dileguato da Messina, subito dopo la tragica sparatoria o qualche giorno più tardi? Il ritrovamento del suo scooter Honda Sh sulla strada che conduce ai Colli Sarrizzo lascia presupporre che da lì si sia poi dissolto nel nulla, attraversando lo Stretto di Messina. Ma non si esclude che qualche complice si sia disfatto del suo mezzo a due ruote, mentre Costantino ha preso la direzione dei traghetti. Da qui ulteriori dubbi.

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