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Messina, Amam all’attacco dei debitori: sono già oltre 300 le diffide

L’azienda delle acque deve recuperare decine di milioni. La presidente: «Valutiamo le riduzioni idriche»

La sede dell'Amam di Messina

Finisce lo stato di emergenza e anche per Amam inizia una nuova fase. Quella legata al recupero dei crediti, i tanti crediti, che vanta in città da cittadini, condomini, esercizi commerciali ma anche da altri enti pubblici.
Dal 1996 ad oggi sono circa 100 i milioni di crediti non incassati da Amam o dall’ufficio interno che l’ha preceduta. Una montagna di soldi bilanciata, ma non del tutto, dai debiti maturati, per lo più con i fornitori di energia elettrica. Spesso in consiglio comunale si è discusso della reale esigibilità di questi crediti e sul fatto che l’azienda abbia avuto più di un problema anche solo a conoscere chi fossero i messinesi che non pagavano l’acqua, i debitori veri, e quelli che in nero, cioè sconosciuti all’ente.
Il sistema d fatturazione, in questo ultimo anno è diventato puntuale e reso efficace dalle letture periodiche dei contatori. Ma resta il problema dell’insoluto, recente e meno recente.
A tal proposito, da settembre al mese scorso, Amam ha inviato, attraverso posta elettronica certificata, 108 diffide ad altrettanti condomini della città. È partita da quelli con il maggiore carico di arretrati e pian piano passerà a quelli con un debito inferiore.
Su 108 diffide, le disponibilità a mettersi in regola che sono arrivate sul viale Giostra sono 41. Il valore economico del credito per il quale è scattata la questa verifica è di 4,1 milioni di euro e sinora sono stati incassati 900.000 euro.

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