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Waterfront a Messina, si avvicina l’ora delle scelte

Il prossimo 25 marzo l’incontro conclusivo della fase di ascolto e di confronto avviata dall’Autorità di sistema portuale. Gli spunti emersi finora dal dibattito e le incognite legate al clima elettorale

L’evento conclusivo di tutta la fase preparatoria (ascolto e confronto pubblico) si terrà nel pomeriggio del prossimo 25 marzo. È la chiusura del “ciclo dei venerdì” avviati dall’Autorità di sistema portuale dello Stretto ma, di fatto, è l’inizio del vero percorso che dovrà delineare il futuro del waterfront urbano di Messina, in particolare il tratto che unisce le foci dei torrenti Annunziata e Boccetta. Cosa è accaduto, in concreto, finora? Quali sono stati i temi della discussione e i contributi arrivati dalla cittadinanza, in tutte le sue componenti (amministratori pubblici, organizzazioni economiche e del lavoro, singoli cittadini e associazioni, portatori di interesse e “stakeholders”)? Vediamo di fare una sintesi del percorso avviato con il primo incontro di gennaio, al quale sono seguiti gli appuntamenti del mese di febbraio.

21 gennaio

A confrontarsi con l’Autorità di sistema portuale 35 rappresentanti di diversi enti e amministratori pubblici. Sono emersi parecchi spunti. 1) La tutela dell’ambiente: è stata sottolineata l’importanza di prevedere, nel futuro progetto di riqualificazione dell’affaccio a mare, «il maggior impiego possibile di specie vegetali autoctone». 2) Il miglioramento dell’accessibilità: è il secondo asse strategico individuato. Le richieste variano da una «fruibilità diffusa e continuativa degli spazi» a una particolare «attrattività per giovani, diversamente abili, turisti e residenti». Essenziale, dunque, il raccordo con gli altri strumenti di pianificazione, con il Piano generale del traffico e con «l’incentivazione di una mobilità lenta, pedonale e ciclabile». Nello stesso tempo, l’esigenza di una «ricucitura del waterfront con le parti di città circostanti». 3) La valorizzazione del patrimonio identitario, culturale, architettonico e paesaggistico: il nucleo fondamentale che unisce le varie proposte in campo è l’idea di «attivare, con il progetto di riqualificazione del waterfront, una vera e propria azione di marketing territoriale». Bisogna salvaguardare, e incentivare, le attività economiche che possono dare lavoro. 4) L’attuazione del Piano regolatore portuale: anche su questo punto, è stato chiesto di portare avanti «un’azione coordinata e condivisa tra Autorità di sistema e Comune di Messina». Gli spunti, ricavati dai vari “gruppi di lavoro”, sono stati innumerevoli, ma soprattutto incentrati sul capitolo «tutela e valorizzazione dei beni architettonici, paesaggistici e archeologici presenti», con riferimenti, ad esempio, al relitto della nave Cariddi o al recupero dei resti della fossa di decantazione del torrente Boccetta. È stata sottolineata altresì «la necessità di coniugare la destinazione culturale del waterfront con la volontà di avere delle “zone di respiro” lungo la costa». E in questo scenario, diventa importante la previsione di quella “riva dei Musei” di cui si è parlato tanto negli scorsi decenni e che vede nel polo compreso tra il “MuMe” e la “Cittadella della Cultura” prevista all’ex ospedale Regina Margherita, il cuore pulsante di tutto il progetto di ridisegno.

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