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Giammoro, emergenza Duferco: rischio stop ed esuberi

L'azienda potrebbe ridurre i turni di laminazione e avrebbe anche proposto il trasferimento di 30 lavoratori nella sede di Brescia. I sindacati hanno richiesto un incontro

I sindacati chiederanno un incontro ai vertici della Duferco per avere un quadro aggiornato della situazione alla luce dell’emergenza ferro legata alla chiusura dei rapporti commerciali dell’Italia con la Russia. Una situazione che rischia di paralizzare l’attività dello stabilimento di Giammoro che già di suo registra gravi problemi. Infatti nei prossimi giorni, completata la produzione programmata, si profila un nuovo stop e così i lavoratori dovrebbero andare nuovamente in cassa integrazione straordinaria che i vertici dell’azienda hanno concordato col ministero del Lavoro, dopo ben quattro anni di contratto di solidarietà.

Per di più sembrerebbe che vi sia una volontà dell’azienda di ridurre i turni di laminazione da tre a due. Salterebbe dunque l’attività notturna, permanendo quella mattutina e pomeridiana-serale, ma ciò comporterebbe un esubero di almeno 30 dei 120 lavoratori in servizio. Una evenienza che preoccupa chi non ha neppure l’età per aspirare a un “accompagnamento” alla pensione. Una situazione che dimostrerebbe il non facile momento dell’azienda che sta facendo comunque notevoli sforzi pur di garantire i livelli occupazionali.
La società, al fine di andare incontro alle esigenze delle maestranze, avrebbe anche proposto, lasciando libera scelta, proprio a 30 lavoratori di Giammoro di spostarsi nella sede di Brescia, dove è entrato in funzione un nuovo laminatoio che non solo ha le stesse caratteristiche di quello di Giammoro ma è anche tecnologicamente più moderno e consente di eseguire delle lavorazioni più dettagliate.

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