L’ex sindaco di Messina, Cateno De Luca, candidato alla presidenza della Regione Siciliana, torna ad esprimersi in merito al Piano di riequilibrio respingendo con forza le accuse mosse dal commissario Santoro insediatosi a Palazzo Zanca solo poche settimane fa in seguito alle sue dimissioni.
“Non posso accettare - afferma Cateno De Luca - che si tenti di sporcare il mio lavoro offrendo agli sciacalli, che in questi anni sono stati a guardare, l’opportunità di cavalcare l’onda di una bugia che rischia di travolgere Palazzo Zanca. Il piano di riequilibrio lo conosciamo io, Federico Basile e la segretaria generale Rossana Carruba. Dalle dichiarazioni del commissario Santoro emerge infatti una profonda ignoranza sul tema a partire dalla terminologia usata. Invito il commissario al confronto e a spiegare nel dettaglio dov’è il problema nel piano di riequilibrio. Mi aspetto che il commissario dica nel dettaglio tecnico dov’è la risorsa che non c’è, dov’è il debito che non è stato ripianato. Il commissario Santoro - insiste De Luca - mi deve spiegare quali sono i punti critici nel piano di riequilibrio. Alla città di Messina voglio spiegare ancora una volta la differenza tra ciò che ho fatto io e ciò che ha fatto chi mi ha preceduto. Gli altri hanno lasciato il piano di riequilibrio in standby in attesa che venisse approvato dalla Corte dei Conti. Prima di me non era stato pagato un solo debito. Nel momento in cui sono arrivato a Palazzo Zanca ho avviato una operazione di rimodulazione e gestione del debito. Le differenze tra me e chi c’è stato prima di me è che io il piano l’ho gestito. Ho pagato i debiti trovando le risorse e ho salvato la città dal default e oggi non consento a nessuno di tentare di mascariare il lavoro che ho portato avanti. Il commissario Santoro - conclude De Luca - oggi si muove come un cavallo di Troia all’interno di Palazzo Zanca nel tentativo di servire il suo padrone politico. Non posso consentirlo. Sono disposto al confronto, ma sui contenuti. Difenderò il mio operato senza se e senza ma e senza timore alcuno di essere smentito perché a differenza del commissario Santoro so di cosa parliamo.”
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