Se ancora si giocasse la schedina del secolo scorso, potremmo dire che il Comune di Messina vuole giocarsi una doppia sulla partita dei conti. Due vie d’uscita dal fallimento dell’ente che avranno valutazioni diverse in momenti diversi.
Per l’otto febbraio la Corte dei Conti ha fissato l’audizione dei vertici di Palazzo Zanca per discutere delle osservazioni mosse al Piano di Riequilibrio che Messina ha presentato nel 2018 e che fotografa la situazione di quattro ani fa. Per buona parte del mese scorso, lo staff economico – finanziario del Comune, guidato dal dg Federico Basile, ha lavorato alle controdeduzioni utili a perorare la causa dell’ente e fargli passare questo esame presentato come il crocevia del futuro di Messina.
Ma evidentemente le notti insonni e le luci accese fino all’alba nella stanza del Sindaco, sono servite anche ad altro. A realizzare un nuovo Piano di Riequilibrio, una rimodulazione al ribasso, della versione 2018 della gestione del rientro dal maxi debito maturato negli ultimi 20 anni.
Un documento che ieri è stato inviato alla Corte dei Conti e che trasla al 31 gennaio la condizione economica dell’ente. Una rimodulazione che è stata possibile grazie alla norma inserita nella finanziaria di fine anno e che potrebbe avere l’effetto di spostare in là il giorno del giudizio.
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