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Cusi-Università di Messina, la guerra continua. Ricorso al Tar contro la SSD

Continua la guerra sulle attività sportive dell’Università di Messina. Con toni forti, parole che pesano macigni, con al centro una scelta, quella dei vertici dell’Ateneo, definita ora «eccentrica», ora «controversa», ora, addirittura, «eversiva». Si parla dell’addio al Cus e quindi al Cusi, il Centro Universitario Sportivo Italiano, con la contestuale creazione della Ssd Unime, società dilettantistica di diretta emanazione dell’Ateneo. Provvedimenti che hanno scatenato una diatriba a colpi di carte bollate, che si arricchisce di nuovi elementi.
Il primo ricorso al Tar, il Cusi lo ha presentato a fine ottobre 2020, chiedendo una serie di atti, trasmessi i quali, il 7 gennaio 2021, lo stesso Cusi ne ha richiesto la dichiarazione di illegittimità. In particolare la delibera del Cda dell’Ateneo con la quale è stato dato mandato al rettore Salvatore Cuzzocrea di predisporre lo statuto di Ssd Unime; quella con cui è stato approvato lo stesso statuto; i pareri favorevoli del Senato accademico. E poi, ancora, gli ulteriori atti che hanno reso operativa la società, a partire dagli affidamenti dei vari impianti.

Il nuovo ricorso al Tar

Una ulteriore finestra si è aperta dopo che, il 23 novembre scorso, al Cusi è stata trasmessa «informalmente» una lettera del rettore Cuzzocrea: la convocazione di una riunione con i vertici di Ssd Unime, dalla quale si evince la stipula di una convenzione che, secondo il Cusi, andrebbe annullata perché «illegittima». Da qui un nuovo ricorso al Tar, per motivi aggiunti. Che porta ad un livello successivo lo scontro giudiziario.
Il Cusi definisce «controversa la recente iniziativa dell’Università di Messina di recidere il modulo organizzativo unitario dello sport universitario, nel nostro paese, attraverso la costituzione di una Società Polisportiva che sottrae alla Federazione dello Sport Universitario (il Cusi) la organizzazione e la gestione dell’attività sportiva nell’Ateneo». Anzi, nell’atto si parla addirittura di «eccentrico modulo di gestione diretta del servizio sportivo universitario». E questo perché «la inedita forma organizzativa di gestione diretta contrasta con l’ordinamento statale, ponendosi come modulo di rottura eversivo della organizzazione dello sport universitario del Paese».

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